
Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato il corteo: poi la deviazione ’incriminata’ "Abbiamo manifestato in modo pacifico, senza alcuna azione di forza".
La tangenziale è stata bloccata per oltre mezz’ora dalla protesta dei 10mila metalmeccanici che hanno preso parte alla manifestazione bolognese al Parco Nord per chiedere il rinnovo del contratto nazionale di lavoro: "Senza contratto il Paese si blocca". Scatta però la polemica. Infatti, per la Questura, "l’entrata in tangenziale non era autorizzata, verranno denunciati". Una ’sorpresa’ per le sigle sindacali che non si aspettavano questo provvedimento. Per Simone Selmi, il segretario bolognese della Fiom-Cgil, il corteo ha "sfidato il decreto sicurezza", perché "alle persone più dignitose di questo paese non gli si può permettere di non manifestare per le loro condizioni e il loro futuro".
Secondo il segretario generale Uilm-Uil Bologna si tratta "di una denuncia d’ufficio, perché la questura di per sé non ha autorizzato il blocco della tangenziale, ma ci ha scortato per evitare situazioni incresciose", chiarisce Lombardi. È chiaro che "questo è l’effetto della miopia del decreto: una manifestazione pacifica, viene criminalizzata", dicono in casa Uilm. Usa toni più morbidi Massimo Mazzeo, leader cittadino della Fim-Cisl: "La denuncia mi lascia un po’ perplesso. Perché abbiamo manifestato in modo pacifico", afferma. Dunque, "non è stata un’azione di forza. Un ringraziamento va anche alle forze di polizia che non hanno esasperato la situazione, ci siamo impegnati affinché nessuno facesse azioni che potessero andare in contrasto con la legge", chiude Mazzeo.
Nell’ambito della manifestazione regionale ’Senza contratto il Paese si blocca’, durante lo sciopero di 8 ore dei metalmeccanici, al centro dei pensieri dei lavoratori c’è la situazione della Marelli, che coinvolge circa 600 operai dello stabilimento bolognese. Marelli, il più importante produttore di componenti per auto presente in Italia con circa 6mila dipendenti, è stata investita appieno dalla crisi europea dell’automotive. Il primo a prendere il microfono in mano è Stefano Ruggerini, delegato Fiom-Cgil Marelli, tecnico ricerca e sviluppo Marelli: "Il futuro è incerto, siamo preoccupati ma non disperati", dice. Donato Carpinone della Fim-Cisl, invece, si aspetta che "a rilevare Marelli sia un soggetto industriale, con il fondo Kkr abbiamo perso il 30% dei posti di lavoro". Un’eccellenza dell’automotive italiano che "da un giorno all’altro è entrata in Chapter 11. Rischi? Tornare sotto un altro fondo o essere acquistati da qualche multinazionale", spiega Fabrizio Giancristoforo, delegato Marelli Uilm Bologna. Sulla questione è intervenuto anche Stefano Lombardi, segretario generale Uilm Bologna: "Le esperienze coi fondi di investimento non sono state positive", spiega. Anche per Mario Garagnani della Fiom "la situazione è delicata" e nell’immediato "abbiamo un problema con i fornitori".