
Se Marelli tira dritto, i sindacati rispondono con lo sciopero. Questa volta non riguarderà solo Crevalcore. Ma tutti gli stabilimenti del gruppo Marelli previsto proprio per martedì 3 ottobre, per 8 ore, quando c’è l’atteso incontro al ministero delle Imprese e del made in Italy. Sotto le finestre del Mimit è anche previsto un presidio dei lavoratori.
"Chiediamo unitariamente, assieme alla Regione, il ritiro della procedura di chiusura e l’apertura di una fase di confronto per il rilancio dello stabilimento di Crevalcore – rivendica Samuele Lodi, della Fiom Cgil nazionale – per questo allargheremo la mobilitazione: è assolutamente necessario dare il segnale che questa vicenda riguarda tutti i lavoratori della Marelli in Italia". "Crevalcore non sarà l’ultima vittima della mobilità elettrica – aggiunge Gianluca Ficco, della Uilm – io non so se l’elettrico sarà il mezzo più adatto per la transizione, ma sono sicuro che provocherà la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, perché l’Italia su questi temi ha accumulato ritardi di anni". Punta il dito sulla mancanza di politiche industriali anche Stefano Boschini, della Fim Cisl, secondo cui "l’azienda con gentilezza e cinismo ha confermato di voler andare via da Crevalcore. Noi riteniamo che la transizione vada fatta – aggiunge – ma che debba tener conto dell’impatto sociale".
Delusi, preoccupati e arrabbiati i leader locali delle principali sigle sindacali. Massimo Mazzeo della Fim-Cisl sono giorni che scrive un diario-racconto del presidio su Facebook definendo la situazione "una tempesta emotiva che si è abbattuta su 229 anime". Stefano Lombardi della Uilm, intercettato appena finto l’incontro, scuote la testa: "Diciamo che sono preoccupato più di quando sono entrato... e temo anche per gli altri stabilimenti". Quello di Bologna è stato assicurato che non chiuderà, in quanto centrale per ricerca e sviluppo, ma le certezze di fronte alle prossime scelte di Kkr, fondo impegnato nella partita della rete Tim, restano poche. Simone Selmi della Fiom rilancia: "Se martedì a Roma andrà come oggi intensificheremo la mobilitazione". E con Lodi della Fiom nazionale, lancia la sfida al fondo Kkr, chiedendo che sia presente al tavolo del ministero.
"Crevalcore non si tocca", hanno ribadito i lavoratori della Marelli con uno striscione ieri al presidio in Regione. "Il fondo Kkr ci ha mandati via come se fossimo dei mozziconi di sigarette. Stanno giocando sporco con la nostra dignità", le parole dei lavoratori. Che, nonostante la fumata nera dell’incontro, resistono.
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