I sindaci: "No alla tassa di soggiorno"

Contrari i primi cittadini di San Benedetto Val di Sambro e Vergato: " Non porta più risorse per la promozione del territorio"

Migration

di Massimo Selleri

Nessuna imposta di soggiorno a Vergato e a San Benedetto Val di Sambro. Il boom di turisti che hanno l’appennino come destinazione per le loro visite o per le loro ferie riapre il tema di una imposta metropolitana, una ipotesi per lo più osteggiata da chi pensa che, dopo due estati fortemente condizionate dalla pandemia, non sia proprio il momento di aggiungere una tassa che potrebbe risultare un freno per un settore che spesso resta in vita grazie agli investimenti dei privati.

"I comuni montani – spiega il sindaco di San Benedetto Val di Sambro Alessandro Santoni - iniziarono ad affrontare questo argomento anni fa cercando di capire se questa imposta poteva realmente mettere a disposizione le risorse necessarie per sostenere politiche di marketing e promozione. Quelle verifiche fecero emergere che i proventi avrebbero di fatto finanziato solo il sistema amministrativo e gestionale, per questo decidemmo in accordo con la città metropolitana di non proseguire. Se oggi le condizioni sono cambiate, sarebbe più corretto che prima ne venisse data comunicazione ai Comuni, esplicitandone i contenuti, invece di continuare a dire che gli stessi sono favorevoli, per altro alimentando diffidenza e preoccupazione da parte degli operatori economici che al contrario sono alla ricerca di condizioni di stabilità". Dal punto di vista della gestione il comune di Bologna è pronto a prestare il software alle amministrazioni del territorio metropolitano che decidono di utilizzare questa imposta, ma il timore di alcuni sindaci è legata alla difficoltà infrastrutturali che l’appennino sta affrontando tra la chiusura del ponte Da Vinci a Sasso Marconi e l’aumento delle utenze legate al gas e all’elettricità.

"Il tema della tassa di soggiorno – a parlare è il primo cittadino di Vergato Giuseppe Argentieri - fu approfondito nell’anno 2019 ed aveva evidenziato delle criticità gestionali ed amministrative che, a causa del basso gettito che avrebbe generato per il nostro Comune, di fatto annullavano i vantaggi rappresentati da investimenti turistici che la stessa avrebbe potuto generare. Il quadro attuale post emergenza Covid rafforza ulteriormente le criticità creando perplessità anche sulla competitività che le nostre strutture alberghiere potrebbero avere se decidessimo di applicarla. Queste forti perplessità mi sono state evidenziate anche dagli albergatori stessi che già stanno facendo enormi sacrifici per non riversare sul turista i forti aumenti dei costi di gestione delle loro strutture. Essendo comunque una tassa comunale di approvazione di consiglio comunale ad oggi non abbiamo nessuna intenzione di istituirla".

Fortemente contraria Fratelli d’Italia che ritiene tale imposta poco utile allo sviluppo dell’Appennino. "Continuiamo a ritenere che la proposta di una tassa di soggiorno metropolitana – dichiara l’esponente di Fdi Marta Evangelisti - sia una stravaganza venuta in mente a chi davvero non ha idea di quanto siano di per se sbilanciati i rapporti tra capoluogo e provincia, soprattutto riguardo le realtà economiche dell’Appennino dopo il fermo dovuto al covid e stante le difficoltà infrastrutturali ancora presenti". Ove prevista l’imposta di soggiorno si applica a tutte le persone che pernottino almeno un giorno nelle strutture recettive e i suoi introiti devono essere investiti in ambito prettamente turistico.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro