REDAZIONE BOLOGNA

I tifosi e il maxi-poster: "La nostra vita in rossoblù. Il trofeo ripaga dei sacrifici"

Il coro della Curva stampato nell’omaggio allegato domani con il quotidiano mette d’accordo i supporter: "Amore speciale, il Bologna come una famiglia". E c’è chi dice: "Non vedo l’ora di appendere questo regalo nel mio locale".

Il coro della Curva stampato nell’omaggio allegato domani con il quotidiano mette d’accordo i supporter: "Amore speciale, il Bologna come una famiglia". E c’è chi dice: "Non vedo l’ora di appendere questo regalo nel mio locale".

Il coro della Curva stampato nell’omaggio allegato domani con il quotidiano mette d’accordo i supporter: "Amore speciale, il Bologna come una famiglia". E c’è chi dice: "Non vedo l’ora di appendere questo regalo nel mio locale".

Cosa significa per me il coro ’Bologna, la mia vita te la dedico’? Parole che racchiudono tutto l’impegno per seguire la squadra, per organizzare le trasferte, i viaggi e le ore trascorse allo stadio. Tutti i sacrifici che, ora, sono stati ricompensati". Carlo Alberto Pizzoli ha 19 anni e ’tiene’ il Bologna. Un tifoso giovane, ma già esperto: "Sono appassionato da quando avevo solo 7 anni – continua Pizzoli –, ho vissuto anni fortunati, lo ammetto, ma la vittoria di Roma è davvero un momento magico".

Domani, con ’il Resto del Carlino’, c’è un regalo speciale per i tifosi rossoblù, un maxi-poster (50 centimetri per 70) con un’iconica immagine della squadra di Italiano e sotto, il coro più gettonato della curva, ovvero ’La mia vita te la dedico’. Ed è solo l’inizio: i quotidiani che acquisterete in edicola domenica e lunedì saranno pezzi da collezione, con una testata celebrativa speciale virata in rossoblù. Insomma, tre giorni in cui andare in edicola sarà ancora più gratificante per i veri tifosi del team di Joey Saputo. Supporter come Mauro Talassi, 32 anni di abbonamento al Dall’Ara: la frase scritta sul poster "racchiude le gioie e le delusioni, queste ultime spazzate via in un soffio nella notte dell’Olimpico. Vedere gli occhi dei tuoi amici che brillano, tutti quei giovani e quei bambini con le casacche rossoblù, è veramente un investimento per altri 100 anni, non ha prezzo".

"Essere tifosi – spiega Paolo Testoni – non è solo andare allo stadio o vedere una partita in tv, essere tifoso è un sentimento intrinseco di amore e partecipazione con quei ragazzi che vestendo la maglia rossoblù identificano una città, un sogno, una passione".

"La mia vita è veramente dedicata al Bologna, è uno slogan che applico alla lettera – osserva Edoardo Corvinelli –: per le ferie guardo il calendario di serie A, se qualcuno mi invita a cena nel week end devo aspettare che escano gli anticipi della settimana. Il tutto è iniziato con un Bologna-Sampdoria 4-1, era il 1977: da allora non ho più perso in casa un match, anche quando ero militare. E poi, tantissime trasferte...".

"Penso che questa frase sia il riassunto perfetto di quello che abbiamo vissuto il 14 maggio scorso – dice Fabrizio Falchieri, presidente del Bologna club The Good 40016 –. La giornata nella quale 30.000 cuori hanno spinto i rossoblù a giocare una finalissima eroica, vinta meritatamente a dispetto dei santi e di tutti coloro che ci vedevano sconfitti in partenza".

"A me quella frase fa venire la pelle d’oca – ammette Fausto De Rosa, titolare dell’Osteria del podestà –. La mia è una militanza lunghissima, fin da ragazzino seguivo le partite, anche in serie C con Fanfulla e Rondinella. Allora era facile tifare Juve o Milan, e per chi stava con il Bologna erano prese in giro. Oggi vedo bambini e giovani con le maglie rossoblù, c’è sapore di futuro". E il poster? "State sicuri che riserverò qualche copia a chi viene in osteria...", chiude De Rosa. "Tifare Bologna è per molti una questione di famiglia – ribadisce Natascia Merighi –. Tifavano rossoblù il nonno e il papà, e io a Roma ho portato i miei figli: quando sei allo stadio unisci idealmente tutta la famiglia, ed è bellissimo".

C’è poi un incontro fatto da alcuni tifosi a Lisbona, durante la trasferta Champions, che pare aver portato bene ai nostri colori. Spiega infatti Massimo Maselli, abbonato da 35 anni al Dall’Ara e titolare di un pub nel Bolognese: "Insieme ad alcuni amici tifosi abbiamo ricevuto da alcuni preti una medaglietta di un convento. Ci hanno detto: ’Vi proteggerà, Portatela a Roma con voi’. E in effetti abbiamo sollevato la Coppa Italia...". E il poster di sabato? "Lo affiggerò nel mio locale e dirò ai tanti che entrano di quest’occasione", continua Maselli che ha festeggiato in piazza Maggiore sulla sua Dune Buggy la conquista del trofeo dopo 51 anni. Crisi ’mistica’ anche per Fabrizio Fantini: "In occasione della finale di Roma sono andato in convento per due giorni. Accendere un cero per il Bologna non mi bastava, ho voluto dare un contributo spirituale, gli ho dedicato parte della mia religiosità, cioè della vita".

Ma c’è anche chi ammette di aver dedicato solo recentemente la sua vita al Bologna. Per anni, infatti, Raffaele Terzi ha avuto il cuore diviso: "Da bimbo ero rossoblù, poi, durante gli anni della B e della C ho iniziato a simpatizzare per la Juve, devo dire la scelta peggiore (ride, ndr). Adesso, e già da diversi anni, mi sono tolto tutti i dubbi: dopo mio figlio, che ha 8 anni, il Bologna è il mio più grande interesse".

"Essere tifosa del Bologna vuol dire condividere le vittorie e le sconfitte, sostenere sempre la squadra. Un sentimento che dura tutta la vita e che ora è ancora più forte. Si tratta di una fede autentica", è il parere di Nadia Farneti. Infine, Paolo Cornetti chiude con una tocco di poesia: "Da quella soleggiata domenica di novembre 1997, quando da bimbo di 5 anni mi affacciavo per la prima volta al Dall’Ara vedendo il Bologna stendere il Napoli 5 a 1, alla vittoria della Coppa Italia il 14 maggio in curva Nord a Roma. In mezzo una storia di retrocessioni, promozioni, abbonamenti, biglietti, trasferte da solo, corse, sacrifici e tentativi disperati di organizzare gli impegni nei giorni in cui non c’è la partita. Il Bologna è una questione di famiglia, di cuore, di origini, di presente, di futuro".

Andrea BonziGianluca Sepe