I vent’anni dell’Arca di Noè in quattro tappe

La vicepresidente Pollastri: "Tanti passi in avanti e un sogno nel cassetto: creare una casa dove le persone vivano autonome"

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Coloriamo fuori dai margini. Ecco il significato del titolo dei festeggiamenti dei primi 20 anni della Cooperativa Sociale Arca che dal 2001 si impegna per una società libera e inclusiva. "Viviamo quotidianamente in una società che per semplificare tende ad inserire ognuno di noi all’interno di una categoria precisa – spiega Manuela Pollastri, vicepresidente di Arca di Noè – ma noi pensiamo che la persona sia troppo preziosa nella sua unicità per rinchiuderla in

un’etichetta".

I festeggiamenti della Cooperativa Arca di Noè, dopo l’incontro che si è svolto ieri al laboratorio di inserimento lavorativo di Cadriano, proseguiranno domani, giovedì, con una festa di strada aperta tutti alla Residenza Sociale San Donato a Quarto Inferiore. Qui ci saranno laboratori di riciclo creativo, ricette di cucina e musica dal vivo. L’1 luglio lavoratori, collaboratori e amici di Arca di Noè sono invitati al Fuori Orsa, il locale al parco Dlf di via Sebastiano Serlio. Si chiuderà il 5 luglio a San Giovanni in Persiceto per un evento riservato ai lavoratori della Cooperativa.

Il passato, il presente e i sogni nel cassetto.

"La diversificazione e l’innovazione – spiega Stefano Marchioni, presidente della Cooperativa – sono i nostri tratti distintivi. Nasciamo nel 2001 quando a Cadriano, in pochi, apriamo il laboratorio di inserimento lavorativo per persone svantaggiate nell’ambito di un’attività in collaborazione con la Caritas. Arca di Noè è una cooperativa che è cresciuta molto e in fretta. Oggi ha 180 dipendenti e un fatturato che si aggira sui 7 milioni di euro (di cui circa 6 nel settore accoglienza e 1 nel settore inserimento lavorativo fasce deboli)".

Di sogni nel cassetto parla invece la vicepresidente Pollastri: "In 20 anni – racconta – abbiamo accolto tante persone nei laboratori di inserimento lavorativo. Alcune di queste, che abbiamo conosciuto giovanissime, ora sono adulte e le famiglie hanno la preoccupazione di come può essere la vita adulta dei loro figli una volta che i genitori non ci saranno più. Ecco perchè tra i progetti abbiamo quello di una casa in cui accogliere queste persone come in famiglia. Per rispondere alle esigenze che conosciamo bene proprio perchè da tanto tempo stiamo camminando fianco a fianco".

Zoe Pederzini

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