GIOVANNI DI CAPRIO
Cronaca

"IA, in regione una bella squadra di giovani"

Luca Bartolomei, castiglionese, è dottorando all’Unibo e fa parte di un team dedicato all’intelligenza artificiale: "Il futuro è ancora aperto"

Luca Bartolomei, 27 anni, è un dottorando in Ingegneria Informatica. ed è specializzato in intelligenza artificiale

Luca Bartolomei, 27 anni, è un dottorando in Ingegneria Informatica. ed è specializzato in intelligenza artificiale

Luca Bartolomei, 27 anni, castiglionese, è un giovane dottorando in Ingegneria Informatica all’Università di Bologna. Vedere oltre e comprendere l’ambiente circostante. Queste alcune delle qualità che distinguono Luca nel suo campo: intelligenza artificiale. Il suo lavoro, svolto in collaborazione con gruppi di ricerca italiani ed europei, lo ha portato in giro per il mondo in alcune delle più rilevanti conferenze internazionali del Computer vision. Tanto da ricevere i complimenti anche da parte del suo Comune.

Bartolomei, il futuro è adesso?

"Il futuro è ancora aperto. Gli ultimi trend riguardano la creazione di determinati modelli ‘deep learning’, dunque far apprendere, attraverso milioni di dati, a questi modelli una percezione che sia la più realistica possibile, ottenendo dei risultati che una volta sarebbero stati impensabili".

Di cosa ti occupi?

"Sto conseguendo un dottorato di ricerca nell’ambito dell’intelligenza artificiale applicata all’elaborazione di immagini e dati visivi, con particolare attenzione alla ricostruzione 3D della scena tramite telecamere stereo e sensori innovativi. Quest’ultima è di forte interesse per applicazioni come la guida autonoma o robotica".

Secondo lei, su questi temi, a che punto è il nostro territorio rispetto all’estero?

"Come Emilia-Romagna abbiamo una bella squadra. Io faccio parte di Cvlab, il laboratorio computer vision di Unibo. E come realtà non abbiamo niente da invidiare rispetto al resto del mondo e d’Europa".

Ambiente giovane.

"Esatto. Per questo non mi sento un caso isolato, come me ci sono tanti altri. Come team siamo diverse decine tra professori, tesisti, dottorati etc. E nel tempo siamo cresciuti tanto".

Il Tecnopolo può essere un punto di riferimento per il mondo?

"È una fonte di dati e risorse computazionali incredibile. Grazie ad esso abbiamo la possibilità di ridurre i tempi di produzione degli articoli scientifici e fare più esperimenti in contemporanea".

Da Castiglione a Nashville. Dall’11 al 15 giugno lei è stato nel Tennessee.

"Negli Usa ho visto qualcosa di diverso. Il Cvpr 2025 è la conferenza mondiale di riferimento per la computer vision, un evento che ogni anno richiama migliaia di esperti e i più importanti istituti di ricerca del mondo".

Come si sono svolte le giornate?

"La conferenza è divisa in due parti: in una si espone il proprio lavoro, nell’altra le aziende fanno networking a caccia dell’ultima innovazione. In particolare le ditte di guida autonoma o robotica".

Rimanendo su questa esperienza, secondo te, perché un ragazzo è più invogliato ad andare all’estero piuttosto che fare lo stesso lavoro qui? È un tema economico, di opportunità oppure c’è altro?

"L’estero è attrattivo, ma non è tutto rose e fiori. Tuttavia, è vero che fuori dal nostro Paese sei più pagato".

Te ne sei reso conto anche durante la conferenza negli States?

"Tra di noi se ne parla. Ho compreso meglio, però, quali sono i difetti di andare all’estero: è un ambiente molto più competitivo e c’è uno stress maggiore, il mercato è saturo e sei lontano da casa".

A chi si ispira?

"Dal punto di vista informatico, sono tante le personalità importanti. Una di queste è uno dei padri della computer vision, Yann LeCun, francese, vincitore anche medaglia Turing, il premio Nobel dell’informatica".

Giovanni Di Caprio