Iacchetti: "Io e Bologna, ricordi strepitosi"

L’attore con Vittoria Belvedere al Celebrazioni nella commedia ’Bloccati dalla neve’: "Personaggi nella solitudine, come in pandemia"

Iacchetti: "Io e Bologna, ricordi strepitosi"

Iacchetti: "Io e Bologna, ricordi strepitosi"

Una commedia brillante sulla convivenza tra persone diverse durante un lockdown causato da una bufera. Una situazione al limite, di estrema necessità, unisce Patrick (Enzo Iacchetti) e Judith (Vittoria Belvedere). Scritto nel 2020 da Peter Quilter, Bloccati dalla neve approda oggi e domani al Celebrazioni alle 21 con la regia di Enrico Maria Lamanna.

Iacchetti, con Belvedere come è scattata la scintilla?

"Già 32 anni fa abbiamo lavorato insieme e ci siamo ripromessi che lo avremmo fatto ancora. Abbiamo girato un film a Mosca negli anni Novanta, le produzioni andavano lì perché costava tutto pochissimo. Per trent’anni non ci siamo quasi più visti, tranne un paio di volte in tv. Poi mi manda questo copione".

Come l’ha convinta?

"Di copioni me ne arrivano tanti. Di solito alla quarta pagina mi fermo e capisco che non esplode. Invece ricordo che Bloccati dalla neve l’ho letto in venti minuti, le ho detto subito di sì".

La storia è molto attuale, si parla di un lockdown. Come ha vissuto quel periodo?

"In grande solitudine. Come i due personaggi della commedia che si sono avvicinati illegalmente. Judith bussa alla mia porta, chiedendo pane e uova. È interamente coperta di neve. E io, indispettito, la accontento, sperando che se ne vada presto".

Si riconosce in Patrick?

"È un misantropo, sta bene a casa da solo, legge libri e ascolta musica classica. Insomma è la persona più insignificante dell’universo. Ora, non è che io sia davvero così nella vita, ma se non ho amicizie forti e vere, è difficile che mi muova per andare da qualche parte…".

Quindi c’è il suo contributo all’interno della sceneggiatura?

"Quilter dovrà perdonarmi ma io vengo dalle cantine, dal cabaret e alla fine qualche battuta gliel’ho inserita. Sempre con grande rispetto".

Per la tournée ha lasciato ‘Striscia la notizia’. Le manca?

"Striscia è l’unica cosa che faccio nel mio lavoro senza fare fatica. Sarà che la conduco da 29 anni, sarà che l’intesa con Ezio Greggio è straordinaria, non credo ce l’abbia nessuno. Noi non siamo nati come una coppia, ma come una coppia fortuita. E Striscia per noi è divertimento, è prendersi in giro, ridere e scherzare ancora, nonostante tutti e due abbiamo trent’anni in più di quando ci siamo conosciuti. Però il teatro ricompensa parecchio. Non economicamente, ma l’applauso finale del pubblico è un gran bello stipendio".

Cosa la lega alle Due Torri?

"Io di Bologna ho ricordi strepitosi, straordinari, dal 1991. Pensate che facevamo già i primi musical al Dopolavoro Ferroviario. C’erano Antonio Albanese, Vito, i Gemelli Ruggeri, tutti artisti che poi hanno dato tanto". Amalia Apicella

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