Bologna, caccia a Igor. Dna e impronte confermano: Igor ha ucciso due volte

Stesso profilo genetico nel bar della Riccardina e a Portomaggiore. E le impronte sono quelle prese al serbo

Centinaia i carabinieri impegnati nella caccia al killer (Businesspress)

Centinaia i carabinieri impegnati nella caccia al killer (Businesspress)

Bologna, 13 aprile 2017 – Ora è ufficiale, anche se ormai di dubbi ce ne erano davvero pochi: l’uomo che la sera del primo aprile ha freddato Fabbri nel suo bar della Riccardina di Budrio e quello che ha sparato e ucciso la guardia ecologica volontaria Valerio Verri a Portomaggiore l’8 aprile sono la stessa persona. E quella persona è il serbo 41enne, conosciuto come Norbert Feher oppure Igor Vaclavic.

La certezza arriva dalle analisi degli esperti del Ris di Parma che hanno analizzato e comparato le stracce di sangue - e relativo Dna - trovate fuori dal bar di Budrio (guarda il Ris al lavoro) dove titolare e rapinatore avevano avuto una violenta collutazione e quelle trovate nel Fiorino (dove sono stati trovati oggetti sporchi di sangue: vestiti, garze e cerotti) utilizzato dall’omicida di Verri e abbandonato nelle campagne di Molinella. Il Dna coincide. Come coincidono i riscontri sulle impronte digitali isolate nei luoghi dei due delitti, che corrispondono a quelle presenti negli archivi delle forze dell’ordine e associate agli alias del serbo.

L’esito delle verifiche scientifiche conferma l’ipotesi, adottata già da giorni da inquirenti e investigatori: per entrambi i fatti di sangue, infatti, è indagato Feher - Vaclavic, ancora in fuga ricercato da giorni principalmente (ma non solo) nella cosiddetta zona rossa: un’area paludosa di circa 40 chilometri quadrati con canali, zone boschive e casolari abbandonati, tra le oasi di Marmorta e Campotto, nella Bassa al confine tra BolognaFerrara e Ravenna.

Intanto parallele all’imponente caccia all’uomo, proseguono gli accertamenti sul materiale trovato nel Fiorino dove - non senza fatica, visto che il killer ha fatto di tutto per cancellare ogni traccia - sonc state isolate le impronte digitali. Corrispondono a quelle presenti negli archivi e associate al serbo. I risultati delle analisi del Ris, dunque, sono un’ulteriore prova che rafforza in modo notevole il quadro indiziario nei confronti dell’uomo in fuga.

Mentre prosegue la caccia grossa, però, passa anche il tempo. Come può resistere un uomo in un ambiente così ostile? Dove prende l'acqua pulita per bere? «Igor mangia e utilizza tutto quello che può offrire un territorio come questo, è una persona che in questo momento si sente braccata e può anche sopravvivere con poche cose, quei pochi frutti o verdure, uova o galline che il territorio può offrire». Lo ha detto il comandante provinciale dei Carabinieri di Bologna, colonnello Valerio Giardina, fuori dalla caserma di Molinella. Il ricercato, ha spiegato ancora il comandante, è una persona che conosce bene il territorio, che frequenta da anni, e sicuramente nel tempo si è creato appoggi e nascondigli. 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro