Bologna, Igor e il giallo degli orologi e delle armi del barista ucciso

Caccia al killer, la vedova del barista di Budrio sentita dai pm

Il killer ricercato da settimane

Il killer ricercato da settimane

Bologna, 9 giugno 2017 - Quando è stata convocata per essere sentita in caserma, Maria Sirica è stata colta da un leggero malore, tanto che gli amici, preoccupati, hanno chiamato l’ambulanza. Poi, fortunatamente, la moglie del barista di Budrio Davide Fabbri, ucciso il 1° aprile da Norbert Feher, alias Igor ‘il russo’, si è ripresa e non è stato necessario l’intervento dei sanitari. E così ieri mattina si è potuta svolgere l’audizione: Maria è stata portata dai carabinieri da Budrio a Bologna, nella caserma di viale Panzacchi, dove ad attenderla c’era anche il pm Marco Forte, titolare dell’inchiesta sull’omicidio del marito.

MINNITI_22161525_171316

Lì le sono state rivolte alcune domande, fra cui quella che da un po’ di tempo arrovella gli inquirenti: «Perché Igor ha scelto proprio il bar della Riccardina per la rapina sfociata in delitto?». Si tratta infatti di un posto isolato, con incassi modesti. Perché andare proprio là? La vedova non ha saputo dare una risposta, ma ha assicurato di non aver mai visto né conosciuto Norbert Feher prima di quella terribile notte di aprile.

Poi gli investigatori hanno affrontato due aspetti finora rimasti sottotraccia nella tragica vicenda. Il primo: le armi. Fabbri possedeva infatti un fucile da caccia e due pistole, custodite nell’appartamento della coppia, sopra il bar teatro dell’omicidio. Le armi erano regolarmente detenute e denunciate.

«Mio marito andava ogni tanto a sparare al poligono», ha spiegato Maria. Il marito aveva un porto d’armi per uso sportivo. Fucile, pistole e munizioni sono state prelevate e portate via dai carabinieri. Il secondo aspetto affrontato è stato quello della collezione di orologi di Fabbri, in tutto una decina fra orologi di pregio e pendole, alcune di queste ultime antiche, anche se non di particolare valore. Il pm ha chiesto alla vedova se conoscesse la provenienza di quella collezione e lei ha risposto che il marito aveva comprato la maggior parte dei pezzi ai mercatini nel corso degli anni.

E qui torniamo alla domanda iniziale: perché Igor ha scelto proprio quel bar? Forse il suo vero obiettivo erano gli orologi? E’ una pista che gli inquirenti non possono escludere. Alla vedova è stato infatti chiesto se conoscesse qualche badante che potesse aver detto a Feher degli orologi. E fra le possibili ipotesi c’è pure quella che Igor avesse avuto dissidi con eventuali ricettatori prima che quel materiale finisse (legittimamente) nelle mani di Fabbri. Solo sospetti, ovviamente. Che però gli inquirenti, a distanza di due mesi dai delitti e mentre ancora le ricerche del killer continuano senza fortuna, non possono ovviamente ignorare.

Un'altra immagine di Igor, stavolta dal suo profilo Instagram

A Maria Sirica è stato infine chiesto di precisare meglio quanto successo nel bar-tabaccheria quando il killer entrò con fucile, fu disarmato da Fabbri e poi, nella colluttazione, uccise il barista con un colpo di pistola. «Non mi è piaciuto il modo in cui sono stata trattata – si è sfogata Maria qualche ora dopo, circondata dagli amici del marito –. Quando mi hanno convocata mi sono sentita male. Poi sono venuti i carabinieri e mi hanno chiesto di aprire la cassetta in cui erano custoditi i cinque orologi di Davide. Hanno fatto venire pure il fabbro. Alla fine li hanno portati via. Mi è dispiaciuto quel trattamento».

image

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro