Igor, conto del ristorante dei carabinieri non pagato dallo Stato / FOTO e VIDEO

Molinella, ci sono ancora da pagare 21mila euro per i pasti dei militari dell'Arma

Roxana Genunche (in maglia nera) con alcuni lavoratori  del suo staff

Roxana Genunche (in maglia nera) con alcuni lavoratori del suo staff

Molinella, 25 giugno 2018 - Igor il Russo ‘colpisce’ ancora. Ma questa volta la sua vittima, indiretta, è il ristorante Vandelli di Molinella dove la titolare Roxana Genunche aspetta ancora che le venga pagato il conto astronomico di 21mila euro. Per due mesi (da maggio a giugno 2017), ogni giorno, 24 persone, durante la caccia al killer, tra cacciatori di Calabria e carabinieri del Tuscania, hanno consumato all’interno del suo locale. Nel gennaio scorso la ristoratrice ha inviato la fattura, ma da allora lo Stato non ha ancora pagato. Tutte le altre strutture ricettive di Molinella, il B&B Cesare Magli e l’albergo Boni si sono visti saldare i conti (in totale oltre 50mila euro), ma Roxana non sa più che pesci prendere: telefonate, lettere, ma per ora tutto tace.

Una cosa la ristoratrice la vuole sottolineare: «Il comportamento dei carabinieri di questi due reparti è stato esemplare: tutti gentili e cortesi. Ma finita la caccia mi aspettavo a distanza di tanto tempo che lo Stato italiano saldasse i propri debiti. Abbiamo lavorato moltissimo per poter accontentare tutti: di solito siamo in cinque, ma in quel periodo c’erano persone in più ai fornelli e in sala per servire e soddisfare un numero così alto di clienti». A fianco della sconsolata Roxana c’è il padrone dei muri del ristorante (una struttura al centro di un grande parco): «Ogni mese c’è da pagare l’affitto e vedo con i miei occhi tutto l’impegno che ci mette, ma per un’attività di queste dimensioni non vedersi pagare una fattura così significa essere in difficoltà». La conferma arriva dalla stessa ristoratrice: «Devo pagare le tasse per una fattura che non mi è stata saldata. Ci sono stipendi da versare ogni mese, affitto, utenze, tutto sulle mi spalle».

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E stare in silenzio non paga: «Finora non avevo parlato con nessuno – spiega – sperando che prima o poi i soldi sarebbero arrivati. Ma quando ho visto che i titolari degli alberghi hanno alzato la voce e sono stati pagati, ho deciso di farmi sentire anch’io. La mia squadra ha lavorato ed è giusto che lo Stato saldi la fattura». La caccia a Igor ha anche comportato cali per le attività del territorio: «Al conto non pagato bisogna aggiungere – prosegue Roxana – che durante la caccia a Igor il russo le attività del paese hanno subito un calo: molti visitatori e clienti preferivano altri territori per paura di incontrare il killer. Anche questi sono disagi e vanno messi in conto con i 21mila euro. Ora attendo che qualcuno si faccia vivo: devo mandare avanti un’attività e così non è affatto facile».

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