Igor il Russo, così da latitante parlava con la mamma / FOTO e VIDEO

Una telefonata muta sulla linea intercettata era il segnale per collegarsi a Internet. I colloqui con la famiglia avvenivano sui social network

Norbert Feher mentre viene condotto in tribunale per l’udienza di convalida del fermo

Norbert Feher mentre viene condotto in tribunale per l’udienza di convalida del fermo

Bologna, 22 dicembre 2017 – I silenzi di ‘Igor il russo’. Silenzi che avevano un significato ben preciso, perché erano il segnale che Igor, al secolo Norbert Feher, il 36enne serbo accusato di 5 omicidi fra Italia e Spagna, aveva qualcosa da comunicare. Così il killer, latitante da aprile, riusciva a ‘parlare’ con i parenti in Serbia, in particolare con la madre e la sorella.

Igor chiamava infatti le due donne al telefono, senza proferire parola. Dopo alcuni secondi di telefonata muta, la linea veniva interrotta. Solo silenzio, appunto. Che però la madre e la sorella del killer capivano benissimo: era il segnale che dovevano mettersi in contatto con lui per via telematica, probabilmente sui social network, attraverso profili falsi. È l’ipotesi investigativa degli inquirenti bolognesi, cioè i carabinieri e il pm Marco Forte, secondo cui Feher aveva escogitato questo sistema per comunicare con i parenti. A suffragare il sospetto, diverse telefonate mute fatte nel corso dei mesi alle due donne, i cui telefoni erano intercettati. L’ulteriore sospetto è che qualche intermediario avesse spiegato loro cosa fare in caso di chiamata silenziosa. Così potevano scambiare qualche parola su internet, rendendo molto più difficile scoprire i contatti.

L'ARRIVO IN ITALIA

Questo e altri aspetti sono oggetto di indagine nell’inchiesta ‘parallela’ su Igor, cioè quella sui fiancheggiatori. Almeno dieci nomi sarebbero già nel mirino degli inquirenti, che nelle prossime settimane attendono dalla Spagna risposte da pc, tablet, chiavetta Usb e cellulare sequestrati a Feher al momento della cattura. Così come attendono il verbale delle dichiarazioni rese dal killer nell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice spagnolo. La rogatoria internazionale è già stata inoltrata e ora bisogna solo aspettare. ‘Igor el Ruso’ risponde degli omicidi di due poliziotti della guardia civil, Victor Caballero e Victor Romero, e di un agricoltore, Josè Luis Iranzo, freddati a colpi di pistola a El Ventorrillo di Andorra. In Italia, come ormai tristemente noto, risponde invece dei delitti del barista Davide Fabbri e della guardia ecologica Valerio Verri.

image

Nel frattempo, il serbo è stato trasferito dal carcere di Teruel a quello di massima sicurezza di Zuera, a Saragozza. Lì si trova in isolamento, nel reparto che ospita altri venti detenuti con il grado massimo di pericolosità, fra cui alcuni terroristi islamici. I giornali locali spiegano che un team multidisciplinare di Zuera, composto da un educatore e un assistente sociale, ha intervistato Igor, apparso «una persona fredda e cerebrale». Poi il detenuto è stato sottoposto a visite mediche. Al momento non sta godendo delle due ore d’aria in cortile, ma quando lo farà, nei prossimi giorni, sarà sempre strettamente monitorato dalle telecamere.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro