Covid, dati di Bologna: il 95% dei ricoverati senza vaccino

Il pneumologo del Sant’Orsola Stefano Nava è stato insignito dell’Ers Presidential Award per il suo impegno pionieristico contro la malattia

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di Nicoletta Tempera

Da primario di Pneumologia del Sant’Orsola, il professor Stefano Nava è stato tra i primi a rapportarsi, ormai quasi due anni fa, con le embrionali informazioni sul Covid a Bologna e in Italia. E a fare da pioniere, nella ricerca sul virus, nel primo paese colpito in Europa dalla malattia. "Che vorremmo fosse finita, ma così ancora non è", spiega. Il primario del Sant’Orsola, per questo suo impegno nella lotta sul campo al Covid, è stato insignito dell’Ers Presidential Award, il più alto riconoscimento pneumologico europeo. Un ‘Oscar’ dei pneumologi, un premio che ripaga il tanto lavoro fatto nel settore. E quello ancora da venire, perché "bisogna arrivare preparati all’autunno". Adesso al Sant’Orsola ci sono diciassette pazienti ricoverati per il virus, tre in terapia intensiva ormai da tempo e quattordici in una porzione ‘Covid’ del padiglione 25. "Il mio reparto non è più Covid da tempo. Ora la situazione da noi è molto tranquilla – spiega il primario –, ma io mi interfaccio quotidianamente con colleghi inglesi e portoghesi, che mi rappresentano un significativo aumento dei positivi. E anche dei ricoveri, ma senza la mortalità dei mesi scorsi". Così da noi, dove la "situazione è sotto controllo, ma in evoluzione". Ieri, in provincia si contavano 45 nuovi contagi, 44 sintomatici. Di questi, tre casi sono stati importati dall’estero, uno da altre regioni. Il virus ha ripreso a marciare, spinto da due fattori: "La maggiore infettività della variante Delta e il fatto che moltissimi giovani, che sono la fascia di popolazione con la vita sociale più attiva, non sono vaccinati", spiega ancora il professor Nava. Che, per questo, è "assolutamente favorevole all’utilizzo, in più ambiti, del Green pass".

Se i contagi sono tornati a salire, i malati che hanno bisogno di cure ospedaliere sono - fortunatamente - ancora pochi. "E le stime dicono che il 95% dei positivi che finiscono in ospedale non sono vaccinati. E non lo sono il 98% delle vittime attuali della malattia", puntualizza Nava. Ribadendo il fondamentale ruolo della profilassi per il contenimento della pandemia. "Sono preoccupato in particolare per quei 2 milioni di sessantenni che ancora non si sono sottoposti a vaccino. Molti, purtroppo, spinti da ignoranza e supponenza", spiega Nava. Auspicando, invece, un lavoro anche per individuare quegli invisibili, oggi la maggior parte dei ricoverati negli ospedali bolognesi: irregolari, senzatetto, che è necessario "trovare e vaccinare". A ieri, i cittadini sottoposti alla prima dose, in provincia, sono arrivati a 539.696, mentre 405.055 hanno concluso il ciclo. E, forse spinti dalle potenziali restrizioni per chi non ha il Green pass, 15.428 cittadini si sono prenotati, negli ultimi 6 giorni, per la prima dose: 2.350 tra i 12 e i 19 anni; 7.296 dai 20 ai 39 anni. Anche a fronte di questi numeri, il primario guarda con sostanziale ottimismo ai prossimi mesi: "Non sarà come quelli che abbiamo passato, ma non possiamo nemmeno pensare che sia già finita. Sono stato in Grecia: lì controllano in maniera rigida tutti i documenti sanitari dei viaggiatori. Qui da noi siamo tornati ai tempi pre-Covid. Non dobbiamo tornare al lockdown, ma non può essere neppure un ‘liberi tutti’. In media stat virtus".

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