Il ‘Bomba day’ fila liscio: disinnescati tre ordigni

Cinquemila evacuati tornati a casa entro mezzogiorno. Unico intoppo: alcune famiglie restie a lasciare le abitazioni, poi convinte dalle forze dell’ordine

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Sono bastate tre ore, ieri mattina agli artificieri dell’Esercito Italiano, per rendere innocue le tre bombe ritrovate negli ultimi mesi a ridosso del centro di Casalecchio. Così il ‘bomba day’ che ha concentrato la complessa operazione collegata al disinnesco di questi ordigni risalenti alla fine della Seconda guerra mondiale, si è concluso con ampio anticipo rispetto alle previsioni e da mezzogiorno le cinquemila persone evacuate dalle loro abitazioni sono potute rientrare in casa in piena sicurezza. Così è stato riaperto il tratto di Autostrada del Sole, riattivato il flusso dei convogli sulla ferrovia Bologna Porretta, riaperto il ponte sul Reno e ripristinati gli itinerari ordinari degli autobus che transitano dal centro di Casalecchio.

Eppure la giornata era iniziata con gli inciampi e conseguenti ritardi dovuti ad alcuni nuclei famigliari che non volevano allontanarsi dalla loro abitazione compresa nella ‘danger zone’ descritta dal raggio di 500 metri da ciascuno dei tre ordigni inesplosi. Per convincerli ad ottemperare all’ordinanza predisposta dalla Prefettura sono dovuti intervenire i carabinieri e le forze dell’ordine. E questo ha causato un ritardo di poco inferiore all’ora per il via libera alla fase più delicata dell’operazione.

Nei giorni precedenti i militari dell’Esercito effettivi al reggimento Genio Ferrovieri di Castel Maggiore avevano predisposto le strutture mobili prefabbricate di protezione dal pericolo di esplosione accidentale allestite intorno ai tre ordigni. E già in questa fase era chiaro che a presentare i problemi operativi maggiori sarebbe stata la bomba più piccola (100 libbre, ovvero poco più di 45 kg) scoperta a fine estate a valle della Chiusa nel corso dei recenti lavori connessi alla sistemazione del ponte. La spoletta di attivazione era talmente deteriorata per via della lunga permanenza sottoterra vicino al corso del fiume che gli artificieri hanno optato da subito per la tecnica del taglio con un particolare attrezzo chiamato ‘swordfish’ che con l’uso di un getto ad alta pressione di acque e sabbia (e con molta pazienza) distacca la spoletta dal corpo della bomba.

Operazione terminata con successo poco prima di mezzogiorno, precisamente alle 11,43, quando le altre due bombe maggiori erano già state despolettate e messe in sicurezza.

Tra l’altro, nessun riflesso organizzativo significativo c’è stato in seguito dallo sciopero degli otto agenti del corpo di Polizia locale Reno Lavino che hanno aderito all’astensione dal lavoro indetto dal sindacato autonomo Csa.

Il sindaco Massimo Bosso e l’assessore Paolo Nanni hanno voluto ringraziare per l’ampia collaborazione tutte le forze dell’ordine coinvolte e gli oltre 300 volontari che hanno collaborato alla buona riuscita del ‘bomba day’ che si concluderà tra oggi e domani con il brillamento degli ordigni in una cava dismessa di Pianoro.

Gabriele Mignardi

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