"Piantate e abbandonate. Buona parte sono già secche". Non ha dubbi Alessandro Montaguti (nella foto sotto), residente a Monteveglio, attivo nel volontariato sociale, e frequentatore assiduo della Nuova Bazzanese, mentre mostra lo stato nel quale versano le 14mila nuove piante messe a dimora alla fine dello scorso anno negli svincoli e nelle fasce laterali dello stradone che collega Bologna con la Pedemontana modenese.
Si tratta, come si legge nel comunicato della Città metropolitana di Bologna che ne annunciava la piantumazione, di "circa 14.000 nuove piante di cui circa 3.100 alberi come: Acer campestre, Salix alba, Populus alba, Fraxinus ohyphylla, Carpinus betulus, Tilia europea. Le restanti sono invece essenze arbustive". Piantine piccole, forse di un solo anno di vita, messe a dimora in file evidenziate dalla protezione di plastica bianca e visibili fino alla fine della primavera.
Stagione nella quale l’altezza delle erbe infestanti ha iniziato a superare quella di alberi e arbusti piantati nell’ambito di un progetto di "mitigazione ambientale dell’impatto paesaggistico sulla variante alla ex provinciale 569 Bazzanese in territorio di Valsamoggia in località Bazzano e Crespellano", con una spesa a carico del bilancio pubblico di oltre 176mila euro. "Da allora le erbacce rigogliosissime anche per via delle piogge abbondanti di maggio, hanno avuto il sopravvento, soffocando le povere piantine che da un paio di miei sopralluoghi sono in gran parte seccate", aggiunge Montaguti, che esprime una preoccupazione condivisa da tanti automobilisti e residenti che non si spiegano come mai questa nuova e utile fascia boscata sia stata, almeno apparentemente, piantata e abbandonata.
Lo stesso sindaco di Valsamoggia, Daniele Ruscigno (nella foto sopra), osserva che "se non si arriva in tempo si rischia di rendere vano l’intervento. Abbiamo anche noi ricevuto segnalazioni dei cittadini e le abbiamo inoltrate alla Città metropolitana". Eppure l’ex Provincia nel suo comunicato aveva anche chiarito le responsabilità della manutenzione "di queste nuove aree verdi sarà a cura dell’appaltatore, per tre anni, a termine del primo impianto".
Gabriele Mignardi