
Il chiostro del convento Santa Margherita, gestito dalla comunità di francescane. Qui sopra, Bruno Damini
Tornano a schiudersi le porte del convento Santa Margherita, nella via che porta lo stesso nome, dietro piazza Maggiore. E per la terza estate di fila ospita il bel salotto letterario organizzato da Librerie Coop– Le parole nel chiostro – con un programma che parte il 4 giugno con Bruno Damini (alle 19) e il suo ultimo romanzo Il primo a prender fuoco fu Totò (Minerva) e che si conclude il 2 luglio con Monica Maggioni e The presidents (RaiLibri). In mezzo, una carrellata di autori e autrici, fra cui le bolognesi Chiara Maci (12 giugno) con Quelle due (Mondadori) e Laura Gramuglia (16 giugno) con Contro il matrimonio. Guida sentimentale per ragazze di ieri, oggi e domani (Edt), ma anche Chiara Francini e Le querce non fanno limoni (Rizzoli), il 26. Ma sarà ospite anche Lama Michel Rinpoche con Dove vai così di fretta? Buddhismo nella vita quotidiana (Bompiani), l’11 giugno. Perché la cultura non ha confini. Anzi, fa proprio parte del dna del luogo. "Favorire la formazione delle ragazze che si trovano qui è essenziale – spiega suor Chiara Cavazza –, è in continuità con quello che le suore ci hanno lasciato dal Dopoguerra".
E in effetti fra queste mura si è scritto un importante pezzo di storia cittadina. Nel dodicesimo secolo l’edificio divenne sede delle monache benedettine per essere trasformato poi in caserma ai tempi di Napoleone. Venduto ai primi del ‘900 all’Opera Pia di Sant’Anna, il convento si trasformò in ospizio prima di essere bombardato nella Seconda Guerra Mondiale. L’Opera Pia si spostò poi in via Pizzardi, ma in Santa Margherita la storia è continuata: le suore francescane comprarono lo stabile nel 1952 e da allora vi risiedono.
Suor Chiara, per il terzo anno consecutivo la rassegna trova spazio nel vostro chiostro. "Una bellissima esperienza di promozione culturale che ci rende molto felici".
Come è composta la vostra comunità oggi? "Siamo una piccola realtà in Emilia-Romagna e a Bologna abbiamo la sede principale. Siamo sette suore, per metà italiane e metà malgasce: una comunità multiculturale! Ospitiamo 25 ragazze universitarie nello studentato, una famiglia rifugiata e altre 9 donne che rientrano all’interno di progetti umanitari, anche in collaborazione con la Caritas".
Che ruolo può avere, in una città come Bologna, un luogo come un convento? "Favorire lo scambio culturale delle persone che passano di qui è essenziale, dall’inizio il ’mandato’ è stato proprio questo e tante giovani donne arrivarono a studiare da tutte le parti d’Italia. In un momento in cui spesso le religioni sono strumentalizzate per i conflitti, è importante un momento di apertura e di pace".
Collaborate anche voi alla programmazione? "C’è una collaborazione straordinaria e una grande comunanza di intenti con la libreria, che dimostra delicatezza e accoglie anche le nostre proposte. C’è un bello scambio e anche noi siamo presenti alle serate".
Info: l’ingresso è libero e gratuito. Dalle 20, momento conviviale organizzato da ‘Borghi d’Italia’ (prenotazioni: 349 1521789). Parte del ricavato sarà devoluto all’Istituto delle Suore Francescane dell’Immacolata Concezione.