Dario Mangiò, direttore della comunicazione di Schneider Electric, come si è adeguato il colosso della gestione elettrica a quest’emergenza?
"Qualche ricaduta per noi c’è stata, ma non abbiamo ancora numeri. E in una fase così complessa comunque abbiamo dovuto adeguarci. Per capirci, abbiamo sedi in 50 Paesi e 3mila dipendenti tra produzione, commercio e marketing. Per cui c’erano tante interrelazioni da tenere sott’occhio e abbiamo costituito un comitato di crisi con un rendiconto settimanale"
C’è stata difficoltà a reperire le protezioni?
"Tutti i nostri dipendenti ne sono stati dotati, siamo intervenuti ben prima del lockdown. Dobbiamo dire che la nostra produzione è rimasta attiva al 100%, serviamo tra gli altri ospedali, data center, reti idriche e reti elettriche. E tutti gli impiegati sono ora al lavoro da remoto. Non ci siamo fatti trovare impreparati: quest’emergenza ha dato un’accelerazione sul digitale significativa: sarà la nuova normalità del dopo crisi"
Come vi preparate alla fase di ripresa?
"Siamo ottimisti, vedremo se si ripartirà in estate o dopo. Di certo bilanceremo gli stock a seconda che un Paese riparta prima o dopo di un altro"
pa. ros.
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