Il Comunale festeggia i 260 anni

Il Comunale  festeggia  i 260 anni

Il Comunale festeggia i 260 anni

Cade oggi il compleanno ufficiale del Teatro Comunale di Bologna: esattamente 260 anni fa, il 14 maggio 1763, la storica sala progettata dall’architetto Antonio Galli detto ‘Bibiena’ (dal luogo di origine della famiglia) veniva inaugurata con un’opera appositamente scritta dal compositore tedesco – ma all’epoca di gusto e stile italiano – Christoph Willibald Gluck: Il trionfo di Clelia, su fortunato libretto del Metastasio. Al compositore – sì, quello stesso della "via Gluck" resa celebre da una canzone di Celentano – è oggi dedicato l’atrio ellittico al piano terra del Teatro (la cosiddetta Rotonda Gluck). La sua opera è stata rimessa in scena al Comunale il 14 maggio 2013, nel 250esimo anniversario dell’inaugurazione.

I festeggiamenti di quest’oggi sono invece comprensibilmente assai più ridotti, cadendo peraltro nel periodo di chiusura del teatro, a causa dei lavori di riqualificazione in corso all’esterno. Ma la sala storica non è inagibile, tanto che lo scorso lunedì l’orchestra vi è ritornata per registrare un breve programma celebrativo sotto la direzione della sua direttrice musicale Oksana Lyniv, con l’apporto del coro istruito da Gea Garatti Ansini. Il concerto, registrato al centro della platea liberata delle poltrone (come avveniva per le esecuzioni in streaming durante la pandemia), viene trasmesso oggi alle 11 sul canale You Tube del teatro, rimanendo successivamente disponibile online. Si potranno ascoltare musiche wagneriane da opere che proprio a Bologna risuonarono per la prima volta in Italia: la Ouverture dall’Olandese volante e una Suite dal Parsifal che Claudio Abbado aveva approntato nel 2002 per la Filarmonica di Berlino scegliendo estratti dal terzo atto.

La costruzione del Comunale venne progettata in seguito all’incendio nel 1745 della sala approntata un secolo prima all’interno di Palazzo Malvezzi, in via Belmeloro, distrutta dal fuoco per un fulmine scenico fatto scoccare malamente durante lo spettacolo. Si sarebbe trattato non più di un teatro privato, come gli altri attivi a Bologna, ma pubblico: un teatro "della Comune". I tempi di realizzazione furono però lunghi, rallentati soprattutto dalla decisione del luogo in cui edificarlo: si scelse alfine l’area del cosiddetto ‘Guasto’, vale a dire le rovine di quel Palazzo dei Bentivoglio – ultimi Signori di Bologna, prima dell’annessione della città allo Stato Pontificio – già ridotto in macerie dalla furia popolare nel 1507. E proprio su quella via del Guasto che nel nome ricorda ancor oggi tale episodio storico si concentra la maggior parte degli interventi edilizi che porteranno in qualche anno al restyling dell’edificio del Bibiena.

Marco Beghelli

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