Il Comune premia Tresana e il suo giardiniere

Una targa dell’amministrazione alla comunità del borgo-gioiello dell’Appennino e a Valerio Zanarini, che ne cura da sempre le ortensie

Il Comune premia Tresana e il suo giardiniere

Una targa dell’amministrazione alla comunità del borgo-gioiello dell’Appennino e a Valerio Zanarini, che ne cura da sempre le ortensie

Giunto a un passo dal diventare l’ennesimo borgo fantasma dell’Appennino, oggi Tresana è il gioiello più prezioso della montagna bolognese. Le sue case di sasso perfettamente restaurate e la sua esplosiva fioritura di migliaia di ortensie attirano visitatori da tutta Italia e anche dall’estero e, neanche a dirlo, spopolano sui social network. Tutto merito delle famiglie che ormai mezzo secolo fa hanno scelto di rimboccarsi le maniche e mettere mano ai risparmi per rimettere in ordine, pietra su pietra, ogni angolo di quello che a metà anni ’60 sembrava destinato a ridursi a un cumulo di macerie.

Per questo, il Comune di Alto Reno Terme ha deciso di attribuire alla comunità di Tresana una targa di riconoscimento, apposta nelle scorse settimane nel piccolo paese, mentre un’altra targa più personale è stata consegnata dal sindaco Nanni al ’giardiniere’ Valerio Zanarini che, nell’arco di mezzo secolo, ha piantato e curato con le sue mani i cespugli di ortensie che fanno di Tresana un luogo dal fascino unico. Nel frattempo, un acero bicentenario e il castagno cavo di cinque secoli che vigilano sull’abitato sono entrati nell’elenco degli alberi monumentali tutelati dalla Regione.

"La consegna della targa mi ha sorpreso – dice Valerio Zanarini, che spesso e volentieri conduce i visitatori occasionali alla scoperta delle bellezze del luogo e della sua storia, come un appassionato cicerone –. Qui vengono sempre più persone, quest’anno è stato un continuo andirivieni e abbiamo anche fatto alcune iniziative con letture di poesie e musica. C’è anche qualche straniero, ad esempio poco tempo fa una famiglia parigina. Molti sono appassionati di fiori che arrivano per vedere la fioritura delle ortensie, avendone letto da qualche parte, e poi trascorrono qualche ora al fresco del castagneto, dove ho lasciato alcuni tavolini".

Enrico Barbetti