Mostre a Bologna, il corpo umano di Real Bodies Experience

A Palazzo Pallavicini apre il viaggio inaspettato dalle mummie agli organi in 3D

Real Bodies Experience a Palazzo Pallavicini

Real Bodies Experience a Palazzo Pallavicini

E’ il corpo umano in tutta la sua fragilità e, al tempo stesso, assoluta perfezione, il protagonista di Real Bodies Experience (foto), l’originale esposizione che apre oggi, ore 10, a Palazzo Pallavicini (Via San Felice, 24, sino al 9 gennaio 2022). Un’iniziativa che mescola l’aspetto spettacolare con quello educativo, giocando, sia con il naturale sensazionalismo, sia con l’approfondimento scientifico. E’ rivolta, dicono gli organizzatori, in particolare a un pubblico giovane, studenti soprattutto, che compiono, una volta entrati in un viaggio che esplora muscoli, organi vitali, ossa, unendo reperti museali, ultra tecnologia e la tecnica della plastinazione, che permette una perfetta conservazione del corpo.

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Il percorso proposto comincia dal punto di arrivo, dal fine vita, per concludersi con il concepimento, passando per sale dedicate, ognuna, a una funzione specifica del nostro corpo. Di grande impatto è la presenza delle tecnologie applicate alla nostra esistenza, gli interventi che, grazie alle protesi, attraverso innesti di materiali sempre più innovativi, aiutano a vivere una vita il più normale possibile, anche con gravi menomazioni. Ad iniziare da una copia in legno e cuoio di un alluce, attaccato al piede mummificato di una donna egizia sepolta 3.500 anni fa, e considerato la più antica protesi di cui si abbia conoscenza. In una teca vicina, si può invece osservare una protesi in ferro del XV secolo per sostituire una gamba asportata, con un meccanismo che permette al ginocchio di essere indipendente dal resto dell’arto per poter simulare il passo.

Sino alla sperimentazione di Walkman, un robot teleoperato, ideato dall’Istituto Italiano di Tecnologia, per compiere interventi chirurgici in ambienti dove la presenza di un medico ‘umano’ non è possibile. O alle biostampanti 3D del Centro Piaggio, che possono creare in laboratorio organi in provetta a base anche di cellule viventi che in futuro potrebbero essere impiantati nelle persone che ne hanno bisogno.

Sembra fantascienza, ma è uno degli scenari futuri nei quali l’esposizione invita a entrare. Suggestioni che la robotica rende tangibili. Una storia, quella delle operazioni in situazioni estreme per salvare vite umane, che nella mostra inizia 1200 anni fa in Bolivia, con la copia di un cranio trapanato per intervenire, secondo le ricerche moderne, con successo su una lesione interna. Adesso, nella testa, è possibile ospitare invece delle mini telecamere di ultima generazione che certo, non assicurano le funzioni di un occhio irreparabilmente danneggiato. Si chiamano eyeborg e la sperimentazione sugli esseri umani è già iniziata. A Real Bodies si può ammirare quella indossata da Rob Spence, un regista che ha perso l’uso di un occhio da bambino e ha accettato di farsi montare una camera, non collegata ai nervi ottici, che è per lui un inedito sguardo sul mondo che verrà. Con buona pace di Arnold Schwarzenegger in Terminator...

Informazioni e biglietti, www.realbodies.it

 

 

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