Dopo che l’assemblea dei soci ha approvato all’unanimità il progetto di quotazione della società al Mercato Egm (cioè Euronext Growth Milan) nel segmento pro, si avvicina la quotazione della Fiera di Bologna in Borsa, che avverrà con un aumento di capitale fino a 15 milioni di euro (40 nel caso anche Informa decida di aderire all’operazione). Un attestato di solidità che si rispecchia nella forte vocazione internazionale del polo fieristico bolognese. Lo confermano anche gli ultimi grandi progetti in Asia negli ultimi giorni e l’intesa con la Cina, che continua a rafforzarsi evento dopo evento: dal ‘Cosmopack Asia’, andato in scena in questa settimana all’AsiaWorld-Expo di Hong Kong, al ‘Cosmoprof Asia’, che ha portato all’Hong Kong Convention & Exhibition Centre oltre 2.400 espositori e 60mila operatori del settore (e si è concluso venerdì). Fino al sodalizio della grande fiera del libro per ragazzi di Bologna per i dieci anni della ‘China Shanghai International Children’s Book Fair’, alter ego orientale dell’evento nostrano. A raccontare la corsa verso la Borsa e la missione cinese di BolognaFiere è il direttore generale Antonio Bruzzone, che risponde al telefono direttamente dalla Cina e non nasconde i tantissimi impegni di questi ultimi giorni, per una collaborazione che si fa sempre più intensa e fruttuosa.
Direttore Bruzzone, a che punto siamo con la quotazione di BolognaFiere?
"Siamo a buon punto, in corsa per definire tutti gli aspetti necessari. L’obiettivo resta di quotarci entro la fine dell’anno".
La spedizione in Cina, invece, è di questi giorni. Di che giro d’affari si tratta?
"Parliamo di qualcosa che supera i 50 milioni. Finalmente c’è stata una ripresa dopo la pandemia, anche se le nostre relazioni sono rimaste ottime allo stesso modo durante tutto il periodo del Covid".
L’allentamento dei vincoli e delle restrizioni ha permesso di tornare ad avere rapporti più strutturati?
"Sì, ma si può dire che anche in questo scenario politico internazionale meno sereno e tranquillo, rimangono forti i rapporti commerciali che abbiamo sempre alimentato in questi anni. Ad esempio con la municipalità di Shangai, o con le associazioni governative. Abbiamo anche dato vita a una società ad hoc, chiamata ‘Ronbo’, e abbiamo ottimi rapporti con la fiera di Shangai, con cui stiamo intavolando una collaborazione anche per il prossimo anno".
Di che si tratta?
"Di una joint venture per dare ancora più spessore al salone del libro per ragazzi, che quest’anno con più di 500 espositori ha riacquistato la sua dimensione pre Covid, come dicevo".
Più spessore in che misura?
"Tratteremo tantissimi temi: dall’educazione ai libri, ma non solo, anche formazione, istruzione a 360 gradi, divertimento, giochi e tanto altro ancora".
E le altre fiere? Che risultati hanno messo in evidenza?
"Le attività con la Cina rispecchiano perfettamente la nostra vocazione internazionale. Cosmopack e Cosmoprof hanno avuto grande successo e assunto una dimensione davvero ragguardevole. Del salone del libro ho già parlato, poi c’è ‘Marca China’ (il salone dei prodotti a marchio del distributore, che quest’anno si è tenuto a giugno, ndr) a Shenzen, che mantiene la sua attenzione all’innovazione. Insomma, il giro d’affari è corposo: lo dimostrano sia i numeri, sia la partecipazione agli eventi. E noi vogliamo assolutamente continuare sulla strada che abbiamo tracciato".