MONICA RASCHI
Cronaca

Il diritto alla salute. Donini contesta Meloni: "Ma sulle liste di attesa ha ragione il ministro"

"La premier è superficiale, servono più soldi o il sistema crollerà. Però Schilllaci fa bene a sollevare il problema delle prescrizioni. Pronti a partire con i Cau, nessun timore sullo smistamento dei pazienti".

Il diritto alla salute. Donini contesta Meloni: "Ma sulle liste di attesa ha ragione il ministro"

Il diritto alla salute. Donini contesta Meloni: "Ma sulle liste di attesa ha ragione il ministro"

Apertura parziale all’idea di Forza Italia di creare i nuovi Cau (Centri assistenza urgenza) nei pressi dei grandi ospedali, mentre c’è piena condivisione con l’affermazione del ministro Orazio Schillaci sul fatto che vengono prescritti troppi esami che peano sulle liste d’attesa. L’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, fa un excursus sulla situazione sanitaria regionale, partendo da uno dei punti nevralgici: la complessa riforma dei Pronto soccorso.

Forza Italia, nella persona della capogruppo regionale Valentina Castaldini, suggerisce di partire con le nuove strutture di fianco agli ospedali e solo successivamente nelle Case della salute. Cosa ne pensa?

"Intanto colgo il fatto che Forza Italia riconosce i Cau come necessità e quanto proposto è previsto. Per fare un esempio su Bologna: entro quest’anno si parte con i Cau nelle Case della salute di Casalecchio di Reno e del quartiere Navile e nei primi mesi del 2024 con quelli al Maggiore e Sant’Orsola. Quindi l’avvio è quasi contemporaneo".

In regione quali sono le province che partiranno per prime con la riforma?

"A Ferrara e Cervia la sperimentazione è già partita. Sono andato personalmente a vedere e devo dire che i Cau funzionano molto bene, sia dal punto di vista qualitativo che numerico".

Dal punto di vista del personale, che scarseggia in tutto il Paese, com’è la situazione?

"Sappiamo perfettamente che dovremo fare tesoro delle professionalità del settore dell’emergenza, in quanto andranno in pensione più professionisti di quelli che saranno disponibili".

Restando sugli operatori sanitari, c’è il timore che il personale che sarà collocato nella centrale operativa di smistamento possa fare errori nell’invio del paziente nella Casa della salute piuttosto che nel Pronto soccorso.

"Il nostro 118 funziona benissimo e lo stiamo migliorando affiancando agli operatori in centrale un medico che sia di supporto sul piano clinico negli interventi sul territorio. Non ci sono casi che ci facciano pensare a livelli di rischio per le persone".

Il presidente Meloni, relativamente alle risorse da destinare al sistema sanitario nazionale, ha dichiarato che "non basta spendere di più per risolvere i problemi se poi quelle risorse non vengono utilizzate in modo efficiente". C’è qualcosa di vero?

"È un’affermazione sbagliata , superficiale e anche banale: se da tutte le parti, nazionali e sovra nazionali viene sottolineato che la sanità italiana è sotto finanziata, mi sembra che con tali parole il presidente Meloni non voglia trovare i soldi. Ma sarà costretta a farlo, altrimenti il sistema sanitario pubblico collasserà tra le sue braccia. Poi che le Regioni non debbano solo chiedere ma anche controllare che i fondi vengano utilizzati al meglio, è un’dea che ci ha sempre trovati d’accordo, ma i monitoraggi sono in atto da molto tempo".

Sulle liste d’attesa, altra nota dolente, il ministro Schillaci ha fatto notare "che si sono troppi esami che possono essere evitati e ingolfano il sistema". Ha ragione?

"Il ministro parte da una verità: per intervenire sui tempi di attesa non occorre solo aumentare e migliorare la produzione sanitaria, il problema riguarda anche la domanda. E si riferisce a una maggiore appropriatezza delle prestazioni alla quale bisogna fare sicuramente attenzione. Ma bisogna anche considerare che ci sono regioni come la nostra che, per quanto riguarda alta chirurgia ma anche protesi, penso a quella dell’anca, curano l’Italia, visto che arrivano pazienti da tutte le regioni".

Un ricordo per l’assessore Giovanni Bissoni, che se n’è andato.

"Lui è stato l’assessore alla Sanità con la A maiuscola. Con noi in tutte le nostre battaglie".