
Spazzata via la ’polvere’ di oltre quattro secoli, torna a splendere il ’San Rocco gettato in carcere’, l’affresco del Guercino che si trova nell’Oratorio di San Rocco. Lo studio e il restauro dell’opera – realizzato da un team del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università, con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio – sarà presentato martedì nell’Oratorio di via Calari 4.
Fortemente voluta da don Davide Baraldi, parroco di Santa Maria della Carità, a cui fa riferimento anche l’Oratorio, l’impresa è stata possibile grazie a un accordo quadro tra il Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater e l’Arcidiocesi. E grazie a un importante cofinanziamento della Fondazione Carisbo, oltre alla generosa partecipazione di alcuni sostenitori privati.
A raccontare il delicato percorso sarà la squadra dell’Alma Mater responsabile di tutte le fasi: Barbara Ghelfi, ordinaria di Storia dell’Arte Moderna, Giulia Iseppi, docente di Storia delle Arti Applicate, Fabio Bevilacqua, docente di Restauro, e Chiara Matteucci, specialista in Diagnostica Artistica e Technical art History. "Il ‘San Rocco gettato in carcere’ è il primo lavoro pubblico del Guercino a Bologna e riveste un’importanza fondamentale nel suo corpus di opere – spiega la professoressa Ghelfi –. Risalente al 1618, fa parte di un importante ciclo dedicato alla vita del santo che riveste le pareti dell’Oratorio, la cui realizzazione venne affidata a una squadra di allievi di Ludovico Carracci".
Collocato in un edificio antico e poco utilizzato, l’affresco si trovava in uno stato di conservazione precario, ed era necessario quindi un deciso intervento di pulitura. Sono partite quindi le indagini diagnostichea, realizzate dal Laboratorio Diagnostico del Dipartimento di Beni Culturali, che hanno offerto ai restauratori le informazioni necessarie per portare a termine la protezione, il consolidamento e la pulitura. I dati ottenuti dai rilievi e la pulitura stessa permetteranno di realizzare uno studio storico-artistico approfondito, mettendo anche in relazione l’opera con le altre decorazioni murali del Guercino. Un lavoro che si inserisce nel progetto ’Guercino oltre il colore’, avviato dal Laboratorio Diagnostico del Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater, con Lumiere Technology. "Iniziata nel 2017, l’indagine ‘Guercino oltre il colore’ ha già permesso lo studio di numerose opere: l’obiettivo è definire la sua tecnica esecutiva e tracciarne l’evoluzione – spiega ancora Barbara Ghelfi –. In questo contesto, l’indagine sul ‘San Rocco’ ha permesso di raccogliere nuovi dati sulla tecnica giovanile del Guercino, restituendo così alla città un tassello fondamentale della sua storia".
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