"Voglio molto bene ai miei pazienti, senza di loro non ce l’avrei mai fatta". È modesto il dottor Michele Zoboli, 70 anni da compiere il prossimo 30 settembre, nel commentare la decisione dell’Ausl di concedergli la proroga di due anni oltre il pensionamento. Mille firme sono state raccolte a Galliera e San Pietro in Casale per farlo rimanere in servizio, "una mobilitazione popolare senza precedenti – spiega l’avvocato Maurizio Ferlini, legale di Zoboli –. Aiutare famiglie è la sua missione". Il ‘dottore dei sogni’ – come lo descrive il suo legale – lavora per l’Ausl dal 1986, 38 anni a servizio della sanità pubblica, con l’unico obiettivo di aiutare, gratuitamente, il prossimo: visite fuori orario, visite ad amici e a tutti coloro che ne hanno bisogno. "Un uomo della medicina", continua l’avvocato. Nel rispondere alla nostra telefonata, Michele Zoboli è impegnato a dare consigli a una paziente, ma ha raccontato quanto "ho vissuto in queste notti". Ieri, dice Zoboli, "è stata una serata davvero piacevole (si riferisce a giovedì sera quando l’Ausl gli ha comunicato la proroga; ndr)". Zoboli, però, pensa sempre e solo ai suoi malati. "La loro testimonianza di affetto mi commuove".
Facciamo un passo indietro. La vicenda inizia il 26 ottobre 2023 quando, poco dopo aver compiuto 69 anni, Zoboli chiede la proroga di due anni al pensionamento. Per nove mesi nessuna risposta, fino alla doccia gelata dell’Ausl del luglio scorso.
"Sabato 27 luglio – spiega l’avvocato Ferlini –, dopo la mancata risposta, ho scritto all’Ausl, raccontando loro la questione e pregando di rispondermi entro 72 ore". Non è bastato neanche l’ultimatum di tre giorni, così, il legale ha "depositato il ricorso al tribunale di Bologna con istanza urgente", solo dopo è arrivata la risposta dell’Ausl: Zoboli andrà avanti per altri due anni. "Ognuno di noi può interpretare male una questione. L’importante è ammettere l’errore e correggersi", dice il medico Zoboli.
Tutto finito, dunque. No, c’è ancora un ultimo nodo da sciogliere. "Per ritirare il ricorso al tribunale, aspetto una nota ufficiale dell’Ausl che certifica la decisione di voler formalizzare il tutto entro settembre. Perché io ho il ricorso depositato in tribunale, ma non è un problema di fiducia, è che non posso fermare un ricorso avendo come base una notizia appresa dalla stampa", spiega Ferlini. Una "vittoria morale", sottolinea l’avvocato, ma che "non nasconde i problemi della sanità. In primis, il ricambio generazionale – sottolinea Zoboli –. Avrei voluto un giovane al mio fianco, ma non è possibile: adesso fanno corsi da tre anni, tutti teorici". Così, chiude il medico, "la sanità pubblica è destinata a morire. Ora fuggono all’estero perché non c’è gratificazione nel lavorare in Italia. Quegli stimoli che avevo io 40 anni fa, ora sono scomparsi".
Giovanni Di Caprio