REDAZIONE BOLOGNA

Il ministro Urso in Emilia-Romagna "Il governo al lavoro sulla fase due"

Domani il consiglio dei ministri e un incontro tra Salvini, Bonaccini, Lepore e altri sindaci sulle infrastrutture. Il titolare del Made in Italy: "Si pensa di allargare il decreto del governo o farne un altro di più largo respiro".

Il ministro Urso in Emilia-Romagna  "Il governo al lavoro sulla fase due"

Il ministro Urso in Emilia-Romagna "Il governo al lavoro sulla fase due"

Il decreto del governo da 2,2 miliardi è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. Ma, nell’elenco dei Comuni e delle zone interessate alle misure dopo l’alluvione in Emilia-Romagna, mancano ancora quelle zone che Palazzo d’Accursio aveva richiesto d’inserire (via Saffi, Colli e Corticella). Un mancato allargamento della zona rossa che, però, chissà, potrebbe arrivare domani quando il governatore Stefano Bonaccini, accompagnato da i sindaci dei comuni capoluogo (ci sarà ovviamente anche Matteo Lepore) e i rappresentanti di province e città metropolitane, incontrerà il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il vicepremier Matteo Salvini. Tra i punti chiave dell’incontro "la fase due", quella della "ripartenza", che sarà oggetto – in quella data – di un consiglio dei ministri ad hoc. Lo conferma il ministro delle Imprese e al Made in Italy, Adolfo Urso, che ieri ha fatto una ricognizione sul territorio, visitando imprese e campi agricoli, con una tappa in un’azienda di Forlì allagata.

"Noi vogliamo far ripartire l’Emilia-Romagna che è la locomotiva del Paese, proprio per dare un segnale anche agli altri di come l’Italia, insieme, possa farcela", spiega Urso, accanto a Bonaccini e all’assessore regionale al Lavoro Vincenzo Colla che l’ha accompagnato nella ’ricognizione’ in terra di Romagna con le istituzioni (presente il viceministro Galeazzo Bignami), la Regione, i sindaci e i rappresentanti delle associazioni produttive e le Camere di commercio per capire che cosa si possa fare di più e meglio in questa seconda fase".

Il decreto dell’esecutivo, del resto, ha risposto alla prima fase dell’emergenza, ma come ha già fatto sapere la premier Giorgia Meloni in occasione della sua visita in Emilia-Romagna con la numero uno della comissione europea Ursula von der Leyen, "non è sufficiente".

Insomma, resta da capire quale sarà e come si articolerà la fase della ricostruzione. Che, ricorda Bonaccini, va collegata a quella dell’emergenza, nonostante il famoso commissario ancora non sia stato nominato.

"Di quei 2 miliardi di euro" stanziati con il decreto per l’emergenza alluvione in Emilia-Romagna, "oltre la metà sono stati destinati da subito al sistema produttivo e sociale – ha sottolineato Urso che, ieri, ha annunciato anche fracobolli speciali di solidarietà–, sia con interventi diretti sulle imprese come il fondo di garanzia, sia con interventi nel sistema sociale attraverso l’utilizzo ampio della cassa integrazione. Si può fare di più, avendo preso atto quali sono le aree, i settori produttivi e le imprese maggiormente colpiti. Perché noi dobbiamo mirare bene gli interventi in modo che siano efficaci e tempestivi e con ottimi risultati". Due le opzioni in in campo, fa capire Urso: allargare il decreto da 2 miliardi, magari anche "attraverso un procedimento parlamentare che porti all’approvazione di emendamenti del governo" o, altrimenti, "con un altro decreto di largo respiro" che preveda, a questo punto, anche un capitolo corposo sulle infrastrutture visto che, "tra strade comunali e provinciali, ancora 400 sono chiuse completamente e altrettante parzialemente", ricorda Bonaccini. Da qui, la necessità di fondi. Subito. Si parla, infatti, di un miliardo di danni in tutta la regione per le strade comunali e provinciali, 200 milioni solo nel bolognese.

ros. carb.