"Il mio coniglietto Jacominus racconta la vita"

Rebecca Dautremer protagonista ad Alchemilla di ’Formidabile’, esposizione con le illustrazioni originali del prossimo libro

"Il mio coniglietto Jacominus racconta la vita"

"Il mio coniglietto Jacominus racconta la vita"

di Benedetta Cucci

La saga di un coniglietto con un nome non proprio da coniglietto arriverà martedì da Alchemilla in via Santo Stefano. Si tratta di Jacominus Gainsborough, creato nel 2018 da Rebecca Dautremer (nella foto) ne ’Il libro delle ore felici di Jacominus Gainsbourgh’ e divenuto amatissimo personaggio dell’illustrazione mondiale per bambini. ’Formidable. Rébecca Dautremer e il viaggio di Jacominus’ è la mostra (fino al 30 marzo), promossa da Rizzoli, a cura di Hamelin, che proporrà in anteprima le illustrazioni originali con la pittura a gouache dell’albo ’Une chose formidable’, ancora inedito, ultimo capitolo della saga dedicata al coniglietto. Al centro dell’esposizione ’Un attimo soltanto’, libro illustrato, che racconta, in un’unica illustrazione originale di tre metri (nella stampa si è ridotta a poco più di due metri), cosa è accaduto, in un preciso attimo, a tutti i personaggi.

Rebecca Dautremer, come è cominciato il viaggio con Jacominus?

"Quando ho scritto e illustrato il primo libro volevo raccontare la storia di una vita, dalla nascita alla morte del protagonista. Poi ho voluto creare il personaggio di un animale in un mondo di animali che vivono come gli uomini. Certamente l’ispirazione può essere Beatrix Potter dal punto di vista visivo, ma nel mio caso i personaggi non sanno di avere l’apparenza di animali e Jacominus non sa di essere un coniglietto".

Perché questa scelta?

"Era il modo perfetto per invitare i bambini e i lettori nel mio mondo con animali gentili, ma quando lo aprono possono scoprire cose buone o brutte sulla vita e visto che si tratta di animali, per i bambini è più facile entrare nella storia, accettare il fatto che il protagonista possa morire".

Un libro con una sola grande illustrazione e oltre 100 personaggi: come ha lavorato?

"Mi sono chiesta: cosa avrei potuto raccontare di un attimo? Non tante cose, ma avrei potuto avere tanti personaggi e così ho iniziato a disegnare più soggetti che potevo, immaginando cosa potessero fare in quel momento. Ho costruito un tavolo di tre metri e ho disegnato come per le piccole illustrazioni. L’enorme tavola nel libro è ripiegata in sette pagine e aprendole sembra di avere una fisarmonica...".

Quanto influenza il suo lavoro la fotografia, che è la sua prima passione?

"Ho studiato grafica, pubblicità e fotografia, per un po’ ho fatto la fotografa. Poi sono passata all’illustrazione, ma ancora concepisco i miei disegni come fotografie, cercando la cornice, la composizione, la profondità di campo. Spesso, quando sono a caccia di idee, guardo libri fotografici di vari autori e quando immagino, invento scene, costruisco set con un background e con i miei attori che recitano un ruolo, con i costumi, la luce… E quando tutto è pronto immagino nella mia testa che devo fotografare la scena con la mia ’mental camera’".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro