Bologna, il mistero Carabellò. L’appello del fratello: "Ridateci il suo corpo"

Sette anni fa la morte di Biagio. Sergio: "La verità? Io ci credo"

Il fratello di Biagio Carabellò

Il fratello di Biagio Carabellò

Bologna, 23 novembre 2022 - Sette anni esatti fa spariva Biagio Carabellò. "Era lunedì – ricorda il fratello Sergio –, lo avevo sentito il giorno prima. Mi chiamò per farmi gli auguri ma si sbagliò perché gli anni io li compio il 28 novembre. Era sereno e quella fu l’ultima volta...". Nato a Bologna il 18 dicembre 1969, Biagio scomparve dalla Bolognina il 23 novembre 2015. Da quel momento il nulla fino al 23 marzo dello scorso anno quando alcuni operai riportarono alla luce i suoi resti in via Romita, lungo l’argine di un canale al Parco Nord. Oggi c’è un’inchiesta per omicidio ancora in corso, due le persone indagate a piede libero, una sfilza di accertamenti fatti, consulenze, due richieste di archiviazione respinte. E una verità mai venuta a galla: omicidio o suicidio? "Per la mia famiglia – riprende il fratello – è come continuare a vivere in una sorta di limbo e non sappiamo come, quando e se finirà. Non ho mai pensato che Biagio si sia suicidato, forse qualcuno lo ha indotto o, peggio, lo ha ammazzato. Ma la sua morte non fu volontaria. Ringrazio gli inquirenti per tutto quello che hanno fatto fino ad oggi, spero però vivamente che presto si arrivi a una conclusione". Perché ci sono quei resti ancora fermi in obitorio a disposizione della magistratura. "Resti che noi vogliamo seppellire – spiega Sergio con dolcezza –, vogliamo celebrare il funerale di mio fratello, vogliamo un posto dove poterlo piangere e andare a pregare". Alla verità, aggiunge subito, "io ci credo, arriverà. In ogni caso esiste una giustizia divina, da lassù sanno esattamente come sono andate le cose. E non sbagliano".

Il discorso poi vira verso le istituzioni che "mai" si sarebbero fatte vive in questi anni. "Nè la giunta precedente, nè questa in carica. L’unica chiamata la ricevemmo il giorno del ritrovamento del corpo di Biagio. Poi più nessuno che si è preoccupato di sapere se avevamo bisogno di qualche cosa o solamente per darci un segno di vicinanza". L’anziana madre, gravemente malata, riprende Sergio, "attende ancora di sapere cosa è accaduto a suo figlio. E bisogna fare presto, lei non ha più molto tempo. Portarle la verità adesso vorrebbe dire regalarle un po’ di sollievo dopo tutti questi anni di lacrime e di immenso dolore".

 

 

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