Il Nerone decapitato racconta la Storia

Lia Celi: "Amo i piccoli aneddoti cittadini, rendono reali le vite passate"

Il Nerone decapitato racconta la Storia

Il Nerone decapitato racconta la Storia

Se l’imperatore Nerone è famoso per aver ordinato l’incendio di Roma (anche se gli studiosi moderni tendono a discolparlo), sotto le Due Torri lo è invece per aver aiutato la ricostruzione di Bononia dopo le fiamme che la danneggiarono gravemente nel 53 d.C. Ecco perché gli fu tributata una statua, ritrovata nei primi del ‘500 nell’area del Teatro Romano (via Carbonesi) senza testa che ancora oggi è visibile al Museo Civico Archeologico. Per la serie ‘non tutti sanno che…’ ecco che questo frammento di storia locale viene raccontato e sapientemente contestualizzato in ’Bononia e la testa di Nerone’, ventesimo volume della collana ’Fatterelli bolognesi’ edita da Minerva e scritto da Lia Celi e Andrea Santangelo, con le illustrazioni argute di Roberto Grassilli.

Lia Celi, oltre che ai bambini, cui è particolarmente dedicata la collana, questi fatterelli fanno molto bene agli adulti.

"Proprio così. Io poi sono una grande appassionata di storia minore, di aneddoti, piccole curiosità cittadine che sono come degli oblò che si aprono sulla grande storia. In questo caso avere la grande storia della dinastia giulio-claudia con Nerone, immortalata in film, fiction e romanzi storici e intravedere questo legame con Bologna che evoca concetti totalmente diversi… è interessante".

Un tipico cliché che lo riguarda si sgretola un po’.

"Attraverso questa storia piccola si riesce ad avere anche una visione più reale di quello che era questo imperatore così deprecato. Sempre descritto come pazzo e selvaggio, in realtà aveva un ottimo rapporto con Bologna".

Quando è avvenuto il suo incontro con la statua frammentaria di Nerone al Museo?

"La cosa che mi piace di più dei musei archeologici è la collezione di lapidi. All’Archeologico, nell’atrio dove c’è anche la splendida statua di Nerone, ci sono moltissimi monumenti funebri, moltissime epigrafi della Bologna romana e si apprendono tanti piccoli dettagli che fanno emergere i bolognesi del passato con le storie, i legami famigliari. La statua di Nerone che è pregevole e bella, deve essere anche costata parecchio per una città non così grande come era allora Bononia".

Non ha la testa però.

"Questo è l’altro aspetto del racconto, che ci parla della damnatio memoriae. Poiché a Roma lui era odiato e un decreto fece in modo che dopo la sua morte, sparissero le sue effigi, le iscrizioni che lo ricordavano. Anche se poi storicamente non è sicuro che Nerone sia stato sottoposto alla damnatio memoriae, le fonti sono un po’ discordanti".

La copertina del libro ricca di humor descrive splendidamente il caos del dopo Nerone nel 69 a.C., anno della sua narrazione.

"Dopo la morte di Nerone iniziano scontri e stragi coi generali che si succedono al trono di Roma, anche se i libri di storia liquidano velocemente il fatto. E le tre teste disegnate sopra al busto senza testa raccontano che ammazzato un imperatore se ne fa un altro, fino all’arrivo di Vespasiano che riporterà la pace".

Benedetta Cucci

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