Il Nobel Pääbo e la collaborazione con l’Alma Mater

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Svante Pääbo, 67 anni, svedese, vincitore del premio Nobel per la Medicina 2022, insignito del riconoscimento per le sue scoperte sui genomi degli ominidi estinti e l’evoluzione umana, lo scorso anno ha pubblicato su Nature un ampio lavoro di ricerca a cui ha collaborato anche l’Alma Mater, con la professoressa Sahra Talamo (nella foto), direttrice del laboratorio di radiocarbonio Bravho.

I risultati dello studio sul genoma dei primi Sapiens europei, "suggeriscono che i primi esseri umani moderni arrivati in Europa si siano mescolati spesso con i Neandertal", osservava il professor Pääbo, coordinatore della ricerca. "I primi Sapiens europei hanno contribuito alla formazione del patrimonio genetico delle popolazioni umane successive, in particolare degli attuali abitanti dell’Asia orientale e delle Americhe – spiega Talamo – e questa era la scoperta fatta sui resti che risalgono a circa 45mila anni fa, rinvenuti nella grotta di Bacho Kiro, in Bulgaria. I nostri studi vanno avanti. Il professor Pääbo estrae il Dna antico dalle ossa degli ominidi, mentre io, che sono un’archeologa esperta nelle datazioni al radiocarbonio, mi occupo della datazione delle stesse ossa analizzate precedentemente dal Dna". Talamo è arrivata a Bologna nel 2019 dal Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, dove lavora lo scienziato, e porta avanti ancora la collaborazione con il gruppo di genetisti guidati da Pääbo.

d. b.

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