Il nodo dei controlli "Le regole hanno senso solo se si fanno rispettare"

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di Luca Orsi

"Se la ‘Zona 30’ fosse estesa a tutta la città, in modo acritico, ci troveremmo di fronte a un’assurdità ideologica". Federico Bendinelli, presidente di Automobile Club Bologna, non boccia il provvedimento annunciato dal sindaco Matteo Lepore, "ma mi auguro davvero che non si tratti di un’operazione a tappeto".

Come si dovrebbe muovere, secondo lei, l’amministrazione?

"Dovrebbe valutare con attenzione le singole zone della città in cui estendere il limite dei 30 chilometri l’ora. Ritengo che il provvedimento sia giusto, ma soltanto laddove abbia un senso applicarlo. Sarebbe un errore imporre una regola generale senza distinguere le varie situazioni specifiche".

Per esempio?

"Penso a un limite dei 30 all’ora alle zone tipicamente residenziali, alle strade nei dintorni delle scuole, a parti della città con vie particolarmente strette".

Dove, invece, non ritiene sia necessario abbassare i limiti?

"Nelle strade di puro trasferimento che, per la loro natura, consentono di mantenere il limite dei 50. Viali di circonvallazione, direttrici come via Murri, via Toscana... Ci sono poi casi, come per esempio il cosiddetto ‘stradone’, in cui si possono mantenere i 70. Ma il problema non è tanto porre i limiti".

Qual è il problema vero?

"Farli rispettare. Se no siamo alle solite gride manzoniane che non portano da nessuna parte. Senza controlli, la gente finisce per ignorare i divieti. Servono agenti della polizia locale in strada, a fare rispettare le norme del Codice. Ora spuntano solo se c’è un incidente".

Incidenti che, in città, sono in aumento.

"È un dato preoccupante. In questa città c’è una generale inosservanza delle regole. È una responsabilità collettiva, ma è sotto gli occhi di tutti che biciclette, monopattini, motorini e pedoni circolano e si muovono ormai senza la minima prudenza né rispetto per gli altri".

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