
L’ultimo rendering presentato da Go Fit per il progetto del nuovo Cierrebi
Il campo da basket e la palestra coperta saranno rimessi in sesto, mentre sarà restaurato anche l’ex edificio colonico oggi casa del custode. Poi arriverà un nuovo fabbricato, una sorta di hub di tre piani che ospiterà una hall, sei sale fitness, tre piscine coperte (più una nuova esterna), locali relax, aree di servizio e di ristoro, spogliatoi e servizi igienici. Ci saranno alcuni uffici, un bar chiamato ‘club house’, campi da tennis indoor e outdoor. Saranno poi ceduti agli spagnoli di ‘Go Fit’, società responsabile del progetto che ha siglato la convenzione con il Comune, una ‘fascia verde’ su viale Gandhi e un parcheggio pubblico in via Piave con 65 posti auto all’ombra (260 quelli totali) e 16 stalli per le moto.
Eccolo, il nuovo Cierrebi, con il maxi progetto arrivato ieri in commissione ‘Urbanistica’ che porterà nuova linfa all’impianto sportivo in via Marzabotto, abbandonato dal 2019 e di proprietà del Bologna. Un progetto che avanza e si espande, per un volume complessivo di quasi 51.000 metri cubi (+ 4.537 rispetto agli spazi attuali), una superficie di 7.657 metri quadrati e un intervento che vale poco meno di un milione (956.177 euro). I tempi restano gli stessi: ci vorranno almeno due anni, con i cantieri pronti a partire dopo alcuni passaggi burocratici da superare e il nuovo impianto pronto verosimilmente per la fine del 2026.
Il progetto, però, pare abbia già spaccato il Consiglio comunale, sia per quanto riguarda l’aspetto della tutela del verde, sia per quanto riguarda la convivenza con il contesto del quartiere. Roberta Li Calzi, assessora allo Sport, dal canto suo rivendica "performance ambientali molto alte" imposte dall’amministrazione: si parla di "un bilancio arboreo positivo", con 69 alberi abbattuti e 108 reimpiantati, ma anche di un grande impianto fotovoltaico che coprirà il nuovo hub di Go Fit con una potenza di 2,5 volte superiore al minimo imposto dalla normativa regionale e interventi idraulici di laminazione e accumulo delle acque.
Tutti elementi che, però, non convincono Davide Celli dei Verdi. "Ma è possibile fare un intervento edilizio senza toccare gli alberi? – si interroga Celli –. Il Consiglio ormai sembra un’agenzia immobiliare: parla solo di costruire. Si dice che gli alberi verranno reimpiantati e quindi il conto sarà positivo, ma non è assolutamente vero: uno o due alberi piccoli non sostituiranno mai un albero grande". "In base alla relazione dell’agronomo, 24 alberi sono morti e altri 15 con problematiche", ribatte Monica Cesari, direttrice del dipartimento ‘Ambiente’.
Poi c’è il vincolo cimiteriale, in quanto l’area del Cierrebi confina con la Certosa e i paletti che pongono un freno alla possibilità di edificare non sono pochi. Se l’aumento volumetrico di 4.537 metri cubi rientra nel tetto di 7.000 imposto dalla normativa, il Comune garantisce che – rispetto alla vicinanza con la Certosa – la deroga è in regola perché "il Consiglio può consentire, previo parere favorevole dell’Ausl già acquisito, una riduzione della zona di rispetto".
"Basta una valutazione di pubblica utilità dell’amministrazione e si riesce a superare il vincolo – ribatte contrariata Manuela Zuntini (Fratelli d’Italia) –. In più il Comune assicura di aver definito il progetto dopo un percorso partecipato con i cittadini: non ci risulta, viste le forti critiche e perplessità che tanti residenti e comitati hanno espresso e continuano a esprimere".