Il nuovo lavoro "Scrivanie divise e pranzi solitari"

Marchesini, Pelliconi e Mg2 non si sono fermate "Contro il contagio allarmi anti-assembramento"

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Per molte aziende, la ‘fase 2’ è già cominciata. Per le imprese del packaging e le produzioni legate al settore alimentare, il 3 maggio non ci sarà ‘ripartenza’. Perché – in quanto "attività strategiche" – magari hanno rallentato un po’, ma non si sono mai fermate. Di certo, in azienda l’emergenza Covid ha costretto tutti a cambiare abitudini.

"Mascherine, guanti e gel igienizzante sono dotazioni obbligatorie", afferma Valentina Marchesini, direttore Risorse umane del gruppo di famiglia, leader nel packaging per il settore farmaceutico. In azienda gli ambienti vengono sanificati, le scrivanie sono separate da barriere di plexiglas "e alla falegnameria del Teatro Comunale abbiamo commissionato separatori in legno con cui suddividere spazi comuni come la mensa e il museo, riadattati a uffici".

A pranzo, chi lavora in sede riceve il pasto alla propria postazione, porzione sigillata. All’ingresso e all’uscita, "gli accessi agli spogliatoi sono scaglionati, per evitare ogni possibile assembramento", assicura la Marchesini. Ogni giorno, uno staff di addetti prova a tutti la febbre. E a tutti è stata regalata una penna touch, in modo che "macchinette e schermi condivisi non vengano mai toccati con le dita".

Anche la tecnologia dà una grossa mano. "Le macchine vengono collaudate in streaming – spiega la Marchesini – poi spedite al cliente con le istruzioni per installarle. E tutta l’assistenza riusciamo a farla anche da remoto".

Anche la Pelliconi, leader mondiale nella produzione di tappi, non ha mai fermato la produzione. Ma, tranne qualche eccezione, "impiegati e manager fanno il telelavoro da casa, afferma Marco Checchi, amministratore delegato. Nei reparti produzione, "che per fortuna sono molto ampi, gli operatori lavorano molto distanziati fra loro".

Tutti usano mascherine, guanti e, dove necessario, cuffie. Si è scelto di chiudere gli spogliatoi, e i dipendenti arrivano da casa già in tenuta da lavoro. "Abbiamo modificato i locali della mensa – spiega Checchi –: file di cinque-sei persone al massimo, e si pranza uno per tavolo. Sul pavimento ci sono i segni per tenere le giuste distanze". Posate, piatti e bicchieri sono monouso. Nei locali con le macchinette del caffè non si entra in più di due.

Intanto, con un’associata di Milano, dice Checchi, "stiamo valutando la possibilità di adottare un software che misura la temperatura e che, grazie ad allarmi nei reparti, avverte se due persone si avvicinano troppo fra loro o se qualcuno non indossa la mascherina".

Alla Mg2, multinazionale del packaging legata al farmaceutico, l’azienda ha predisposto da ieri il test sierologico a tutti i dipendenti, per continuare a produrre in sicurezza. Ieri sono stati fatti più di 150 prelievi del sangue. Sono già a regime misure igieniche straordinarie – come le sanificazioni periodiche – e la distribuzione di dispositivi di protezione e igienizzazione a tutto il personale. In azienda si è attenti al distanziamento, ed è stato attivato lo smart working per tutte le funzioni che ne possono usufruire.

Quanto ai test sierologici, "in questo momento di grandi incertezze – spiega il direttore generale Saverio Gamberini –, abbiamo voluto dare ai nostri dipendenti una consapevolezza maggiore della propria condizione". E, di conseguenza, "aiutare la comunità intera perché il sapere può aiutarci nella vita lavorativa di tutti giorni, nella nostra quotidianità familiare e nei rapporti con gli altri".

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