ANDREA BONZI
Cronaca

Il patron di Ima, Alberto Vacchi: "Questa vittoria è un punto d’inizio. Saputo ha unito tutta la comunità"

L’imprenditore mercoledì era all’Olimpico: "Incredibile il tifo rossoblù, per me un’emozione indelebile. Il trofeo e l’Europa non danno solo lustro alla città, ma rappresentano un interessante ritorno economico".

Alberto Vacchi, amministratore delegato di Ima e presidente del Cda del colosso bolognese del packaging è un grande tifoso rossoblù

Alberto Vacchi, amministratore delegato di Ima e presidente del Cda del colosso bolognese del packaging è un grande tifoso rossoblù

"Sono certo che la conquista di questa Coppa sia un punto d’inizio, non di arrivo. Garanzia ne è la serietà dimostrata da Joey Saputo e dalla società. Anche se dovessero uscire alcuni giocatori, si troverà la migliore soluzione per sostituirli, mantenendo in equilibrio i dati di bilancio". Alberto Vacchi, patron e amministratore delegato di Ima, colosso del packaging, è un grandissimo tifoso rossoblù.

Presidente Vacchi, mercoledì scorso la immaginiamo a Roma... "E infatti ero all’Olimpico. Uno spettacolo, una serata indipenticabile ed emozionante. Io sono nato nel ’64, l’anno dello scudetto, dieci anni dopo l’ultima Coppa Italia, dunque ero troppo piccolo per ’vivere’ a pieno quei trionfi".

C’è un momento che non dimenticherà del match? "Il gol e il fischio finale. Ma il coinvolgimento emotivo dei tifosi rossoblù – anche di quelli che allo stadio non vanno spesso – è stato incredibile per tutto l’incontro, commovente. Indelebile, davvero".

Una vittoria di comunità, insomma? "Da alcuni anni, essere tifosi rossoblù è un motivo di aggregazione che ha ricompattato la comunità cittadina. In questi giorni, a Roma, ho visto la città piena di bolognesi, tutti felici e composti, senza eccessi. Un clima di festa ’sano’, molto bolognese, una grandissima soddisfazione".

Saputo si è dimostrato un imprenditore eccellente... "Certo, ha partecipato attivamente alla vita della squadra, e questo pesa tanto. Credo si senta autenticamente bolognese, e i nostri concittadini lo considerano sicuramente tale. I risultati sono figli di questo, come della capacità di Fenucci, Sartori, Di Vaio, oltre che di Italiano e dei giocatori. È una squadra che ha un forte senso di identità".

Un’altra avventura europea servirà anche come vetrina internazionale? "Il trofeo non dà solo lustro alla città, ma si inserisce in un contesto economico importante. Il nostro territorio è sempre stato virtuoso dal punto di vista economico, abbiamo lavoratori e collaboratori straordinari, nonché aziende importanti su scala intenazionale, e il turismo legato alle manifestazioni sportive è un tassello che potrà ottenere un’ulteriore spinta".

E come si risolve il nodo dello stadio Dall’Ara? "Il Dall’Ara è un impianto meraviglioso, ma necessita di un restyling importante. Dopo il Covid, i costi sono lievitati, il Comune dà un contributo con 40 milioni; la società Bologna non può andare oltre quanto fissato. Credo che il tema sia di carattere nazionale: serve un aiuto che consenta di riammodernare diversi stadi italiani, non solo il nostro. Gli impianti moderni, come Udine e Bergamo, hanno una capacità attrattiva che va al di là del semplice fatto sportivo. Mi auguro che il supporto nazionale arrivi"