REDAZIONE BOLOGNA

Il Pd incalza il governo:: "Le zone rosse hanno fallito. Ora servono più agenti"

Il caso della Bolognina scuote il centrosinistra. Che attacca ’senza se e senza ma’ il governo, "responsabile del fallimento delle...

Il caso della Bolognina scuote il centrosinistra. Che attacca ’senza se e senza ma’ il governo, "responsabile del fallimento delle zone rosse e di scarso personale tra le forze dell’ordine a presidiare il territorio". Guida la rivolta anti-governo la presidente del Quartiere Navile e segretaria provinciale del Pd, Federica Mazzoni, tirata in ballo domenica dall’eurodeputato di FdI Stefano Cavedagna che ha chiesto le sue dimissioni. "Il mio impegno è al 100 per cento – dice –. L’esponente di FdI chiami la premier Giorgia Meloni o il ministro Matteo Piantedosi e chieda loro di attivarsi per avere più risorse per le forze dell’ordine". Poi punge: "Quanto tempo ancora impiegheranno i parlamentari di Fratelli d’Italia per rendersi conto che sono al governo e che hanno responsabilità dirette sulla sicurezza dei cittadini e delle cittadine?".

Sulla stessa linea la nota del gruppo Pd in Consiglio comunale che piccona le ’zone rosse’ volute dal ministro Piantedosi e delimitate da un’ordinanza firmata dal prefetto. "Riteniamo che la sicurezza in queste zone sia prioritaria, ma impossibile da portare avanti senza risorse adeguate", dicono i consiglieri dem. "Se la Prefettura e il ministero degli Interni hanno deciso di prorogare fino a fine estate le ordinanze, occorre che dotino la città del personale di polizia adeguato per poterle sorvegliare", è la posizione del gruppo Pd in Consiglio comunale. "È evidente quanto Bologna continui a essere sguarnita di uomini e mezzi, non sufficienti per una città come la nostra", aggiungono i dem. Che non mancano di fare un altro appunto: "La persona fermata ieri in piazza dell’Unità dai carabinieri con un taser – prosegue la nota – era oggetto, dal 2024, di un provvedimento di espulsione, ma era a piede libero. Tutto ciò è inaccettabile, così come sono inaccettabili le accuse contro l’amministrazione comunale". La sicurezza, sottolinea il gruppo Pd, "è un compito dello Stato e del Viminale i quali non hanno il controllo della situazione". Il Comune "non si è mai tirato indietro, lo dimostrano – scrivono i dem – esperienze come piazza XX Settembre, la Montagnola, piazza Lucio Dalla, piazza Lambrakis e la zona universitaria".

Una nota a cui sono seguiti interventi in Aula, con anche la capogruppo dem Giorgia De Giacomi: "Se un’area viene definita zona rossa e poi non viene riempita di azioni, il Comune non ci può fare niente". Sulla stessa linea Coalizione civica, che col capogruppo Detjon Begaj, mette l’accento sul fallimento delle zone rosse volute da Piantedosi: "Vanno ritirate, sono una pagliacciata". E dà anche qualche numero: "Su 17mila controlli, ci sono stati solo 156 allontanamenti. In pratica solo lo 0,92% dei controlli ha portato a un tale provvedimento. Sono dati della Prefettura". L’esponente dell’ala sinistra della maggioranza, però, nel sottolineare la gravità della situazione che vede un uomo già oggetto di un provvedimento d’espulsione a piede libero, critica anche l’uso del taser da parte di un carabiniere. Uno strumento brutale secondo ’Bolognina antifascista’, rete di oltre 50 realtà che ha organizzato la festa del 25 aprile nel quartiere. Begaj conferma la "brutalità" perché "con il taser si può morire".

ros. carb.