Il Pd tra tensioni e partite cruciali Le prime scintille attese sul bilancio

Martedì la segreteria sui conti, mentre si affaccia l’ipotesi primarie per alcuni Comuni al voto nel 2024. Sull’esclusione di Morotti, c’è chi minimizza: "Accuse esagerate. Il nostro partito non è una caserma".

di Rosalba Carbutti

Torna la stagione delle fibrillazioni interne al Pd. Dopo l’esclusione dalla segreteria dem di Alice Morotti, segretaria Pd di Casalecchio (area Bonaccini), sono volate le accuse. "Ho pagato per la mia autonomia", ha detto senza troppi giri di parole accusando la segretaria provinciale dem Federica Mazzoni.

Dalla Federazione nessuna replica, ma c’è chi, tra le fila della maggioranza, ripete lo stesso mantra: "Ci dispiace per Alice, ma il Pd non è certo una caserma. Le sue accuse sono ingenerose...". Ciò nonostante, c’è chi mette al centro dello strappo un post un po’ troppo critico di Morotti, mentre altri smorzano i toni: "Si sta facendo una narrazione esagerata. Nessuno ha escluso Alice, le è stata proposta solo un’altra delega che avrebbe potutto accettare".

Ma non è solo il ’caso Morotti’ ad agitare le acque del Pd. Martedì, infatti, è attesa una segreteria sul bilancio alla quale seguirà la convocazione di una direzione. Ed è proprio in queste sedi che si prevedono scintille. Del resto, si tratta del primo vero e proprio bilancio della gestione Mazzoni e c’è chi ricorda il grido d’allarme di qualche mese fa, quando la segretaria in riferimento ai conti Pd non nascose preoccupazione. La situazione dei conti e patrimoniale è "molto complicata, anzi grave", le sue parole a marzo 2022. Da qui, erano stati messi sotto la lente i circoli e la loro riorganizzazione. Un lavoro complesso, tant’è che la segretaria diede mandato a professionisti ad hoc per approfondire la vicenda e prendere le decisioni migliori.

In attesa di capire se l’allarme rosso per il Pd suonerà anche nel corso della segreteria di martedì, resta aperta la partita delle prossime Comunali. Nel 2024, infatti, andranno al voto grossi comuni, come Casalecchio, San Lazzaro e Castel Maggiore. E, da quello che trapela dai primi ragionamenti in corso, è facile che in alcuni casi si dovrà ricorrere alle primarie, avendo più candidati in campo. Insomma, un risiko non facile per Mazzoni.

A rischiare di complicare ancora di più il quadro, l’eventuale ritorno delle Province, enti eliminati dal governo Renzi con la riforma Delrio del 2014. La tentazione del governo pare essere quella di resuscitarle. E, in quel caso, rientrerebbero dalla finestra l’anno prossimo, probabilmente in concomitanza con le Europee. Un’altra partita cruciale, dove in città tra i dem c’è già chi ha fatto capire di avere l’ambizione di correre. Insomma, sarà un’estate calda per il Pd. E non solo per le temperature.

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