Pestaggio di Davide Ferrerio: arrestate una donna e sua figlia, impunito il quarto uomo

La madre ha 41 anni, la ragazza 17: per il giudice furono le ’mandanti’ dell’aggressore già in carcere. Il 31enne che innescò la spedizione punitiva non è indagato. "Non poteva prevedere cosa sarebbe accaduto"

"Sono disperata, qui al fianco di Davide. Non riesco neppure a commentare. Voglio solo giustizia". Così Giuseppina Orlando, mamma di Davide Ferrerio, commenta dal reparto di Rianimazione dell’ospedale Maggiore la svolta dell’indagine sulla brutale aggressione a suo figlio, 20 anni, che dall’11 agosto scorso è in coma in condizioni disperate dopo essere stato preso a pugni da Nicolò Passalacqua a Crotone, in Calabria, per un assurdo e tragico scambio di persona.

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 Davide Ferrerio, 20 anni, è stato aggredito per uno scambio di persona ad agosto
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Passalacqua è da allora in carcere per tentato omicidio.; ma ieri sono state eseguite le ordinanze di custodia cautelare nei confronti pure della sua fidanzatina, 17 anni, e della madre di lei, 41, finora indagate solo di favoreggiamento. Adesso sono l’una in una casa famiglia, l’altra in carcere. L’accusa è concorso anomalo in tentato omicidio.

E nell’ordinanza di 127 pagine del gip del tribunale di Crotone, si fa luce anche sulla dinamica dell’aggressione a Davide. Colpito prima con una ginocchiata allo sterno e poi al volto con un tirapugni rosso, lasciandolo a terra tramortito.

L’ampliamento dell’inchiesta era auspicato dalla famiglia Ferrerio – la madre di Davide, con l’avvocato Gabriele Bordoni, la settimana scorsa aveva scritto al Ministro della Giustizia Carlo Nordio per sollecitarne un intervento in merito –, che lascia però fuori un altro "attore" di quella tragica sera: il trentunenne che aveva corteggiato la diciassettenne interesse amoroso di Passalacqua e contro cui era in realtà rivolto il ’blitz punitivo’ ordito, per l’accusa, dalla madre di lei. Fu lui che, una volta capita la ’trappola’ del finto appuntamento con l’adolescente, che non conosceva di persona, scrisse falsamente in un sms di indossare "una camicia bianca", depistando Passalacqua e indirizzandone le ire verso il povero Davide, lì per caso in attesa di un amico con addosso proprio quel capo. La Procura ha deciso di non procedere a suo carico, ritenendo si trovasse "a oltre cento metri da Ferrerio. Tra loro vi erano altri soggetti vestiti di bianco; l’evento era imprevedibile". Insomma, "l’essersi da codardo emancipato da responsabilità trova censura su un crinale etico; non in termini penalistici"

Ben diversa la posizione della quarantunenne. "Novella Circe" per il gip, vera autrice del "diabolico disegno" che portò all’aggressione di Davide, con Passalacqua per burattino "inebetito, fu lei ad avvicinare il trentunenne, vera vittima, chiedendogli minacciosa perché si trovasse lì. Proprio questo lo avrebbe spaventato tanto da indurlo a inviare il famoso messaggio. Da qui la disposizione del carcere, per arginare la pericolosità della donna, che potrebbe "nuovamente determinarsi nei primitivi modi" contro il reale pretendente della figlia (il solito trentunenne), sia per il pericolo di fuga all’estero.

"Dall’ordinanza emerge quello scenario deprimente di brutalità e subcultura che potevamo immaginare – attacca l’avvocato Bordoni – e particolari rilevanti, come l’uso di un tirapugni per colpire Davide. Quanto alla vittima destinata, autore del messaggio che ha innescato l’aggressione, conoscendo ora le prove, traiamo conferma della nostra convinzione. L’avere indirizzato la violenza verso un ragazzo con la camicia bianca, anche fosse vero che non faceva direttamente riferimento a Davide, rappresenta sempre una forma di accettazione del rischio di quanto poteva derivarne a danno di chi, in quel frangente e in quel luogo, avesse indossato quel capo di vestiario. Sarà tema da approfondire".

 

 

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