Undici persone in tutto. Tra cui un cecchino, da piazzare a una finestra del Colonna Palace Hotel di Roma, davanti al Parlamento. Così Salvatore Nicotra, l’addestratore dei ‘Werwolf’ aveva proposto di far partire la "guerra civile". Uccidendo, per prima, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Da lì – diceva ai sodali – gli puoi sparare un colpo dall’alto". Nicotra non parlava a caso: la scelta dell’uomo, stando alla ricostruzione della Digos, era "frutto di frequentazioni e sopralluoghi". "Per uccidere la Meloni – scriveva Nicotra il 28 febbraio del 2023 – c’è bisogno di un buon cecchino e di un buon fucile". "Trovami un cecchino – gli rispondeva il capo del gruppo neonazista, Daniele Trevisani – e attueremo il tuo piano".
Nicotra non è come gli altri Werwolf: è di "formazione anarchica", scrivono gli inquirenti, ed è animato da "una sorta di purismo ideologico". Lo riferisce lui stesso, in una conversazione con Andrea Ziosi, l’altro leader del gruppo: "Io li voglio morti", diceva, "perché non voglio che torni il risveglio nero e siccome io non sono né nazista, né fascista, né razzista, ma siccome secondo lui (Trevisani, ndr) sono bravo ad addestrare la gente, ci siamo alleati". Con lo scopo di fare "un colpo di Stato".
La vis polemica comune alle anime della Werwolf Division è proprio verso la presidente del Consiglio, contro cui il gruppo progetta attentati, da finanziarsi anche attraverso atti criminali come "l’assalto ai treni merci". Oltre alla leader di FdI c’è anche un economista del World Economic Forum, Klaus Schwab, nel mirino del gruppo neonazista, che però preferisce concentrare la sua rabbia contro la premier. Che viene accusata di "tradimento" ed è destinataria di una vera e propria campagna di odio. Ziosi l’apostrofa come "Concubina di Sion", mentre Trevisani la qualifica come "una schifosa", "una strega che verrà smascherata" e "una fascista che perseguita i fascisti". La premier è oggetto anche di un capitolo del ‘dossier’ che Ziosi sta sviluppando sui "Servi di Sion". "Sai che esiste una comunità ebraica di Roma? – dice a Trevisani –. Che è con lei!". "Son tutti collusi fondamentalmente", replica l’altro. Che il gruppo si stesse strutturando per passare dalla teoria alla pratica, per gli inquirenti, lo rappresentano, oltre alla ricerca di armi sul web (in particolare nel gruppo Italia Armi) e agli addestramenti, anche i contatti avviati tra Ziosi e un cittadino palestinese, che l’indagato descrive come "ex appartenete all’Olp" e "reduce dalla guerriglia di Nablus". Un soggetto interessante per la sua presunta capacità di assemblare ordigni esplosivi. "Sa costruire qualche piccolo ordigno artigianale?", chiede Trevisani che con l’amico concorda che trattandosi di un "palestinese antisionista" rispecchia "lo spirito werwolfiano". Un altro membro da affiliare al gruppo. Pronto a "rischiare tutto" pur di sovvertire l’ordine democratico e instaurare il loro "grande Stato etico e autoritario".
Nicoletta Tempera