CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Il procuratore Guido. L’appello anti-mafia:: "Rischio di infiltrazioni. Le forze sane ci aiutino"

Primo giorno bolognese per il magistrato che arrestò Messina Denaro. Pensa a Palermo e si commuove. E sull’Emilia-Romagna osserva:. "Terra di valori, ma vigileremo sulle imprese cresciute troppo in fretta". .

Il nuovo procuratore capo Paolo Guido con Pasquale Liccardo; sotto, il pubblico

Il nuovo procuratore capo Paolo Guido con Pasquale Liccardo; sotto, il pubblico

Gabrielli

"È importante avere il contributo di tutti, se vogliamo davvero impedire che questa terra diventi saccheggiata e dominata dalle organizzazioni criminali, perché il rischio è altissimo e spesso c’è il rischio di accorgersene quando è troppo tardi". Sono le parole di Paolo Guido, nuovo procuratore capo di Bologna, nel giorno del suo insediamento ufficiale. Ieri, in via Farini, si è presentato alla città, che l’ha accolto con grande affetto, e si è commosso quando ha parlato di Palermo, dove era procuratore aggiunto (al fianco del procuratore capo Maurizio de Lucia), noto anche per essere stato colui che ha coordinato le indagini che hanno portato alla cattura del boss latitante di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Dopo i saluti, tra gli altri, del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo, Guido nel suo discorso rivolge un appello ai cittadini. "Se questa terra ha bisogno di una Procura e di forze dell’ordine efficienti, presenti, la Procura e le forze dell’ordine hanno bisogno di questa terra. Permettetemi di rivolgere un appello alle energie sane di questa regione che sono ancora in grandissima parte maggioranza. Noi ci impegneremo a non trascurare certe imprese che crescono troppo velocemente o che esistono nonostante perdite evidenti. Non trascureremo alcuni monopoli che si creano improvvisamente, dai bar agli autolavaggi alla ristorazione. Non trascureremo tutto ciò che regola il territorio. Ogni piccolo alert proveremo a leggerlo in controluce, proveremo a metterlo insieme agli altri, proveremo a fare sistema. Anche anche dal punto di vista investigativo. Ma voi – ha aggiunto Guido –, maggioranza sana e responsabile di questa terra, non trascurate certi segnali, non sottovalutate certi intermediari che senza rivestire ruoli formali, tramano, dirigono, gestiscono". Aggiunge che "la maggioranza sana e responsabile di questa terra, prima di investire risorse, uomini e mezzi", si deve interrogare "sull’origine di certi patrimoni che improvvisamente compaiono, che si offrono senza un motivo evidente di sanare, di risolvere, di ridare fiato. Non tollerate tutti i sistemi paralleli di controllo sociale, mediazione, risoluzione dei conflitti. Non lasciatevi mai dominare dal potere del silenzio".

Questa terra, prosegue, "è un laboratorio vivace e democratico. Compito della magistratura è di vigilare. Questo sarà il mio impegno primario in tutti i settori: pubblica amministrazione, ambiente, diritti dei lavoratori, violenza di genere, cybersicurezza e terrorismo. Il Csm ha fatto una scelta ben precisa: mi ha incaricato di dirigere questo ufficio perché tante sentenze ci dicono che questa terra è a forte rischio infiltrazione mafiosa. Non ho ricette magiche, posso dire che con i colleghi di Palermo abbiamo provato a costruire una storia diversa, anche quando avremmo potuto avere la tentazione di sederci: è la scuola dei grandi magistrati che ci hanno preceduto, agire con lo scambio di informazione è il vero successo nelle indagini di mafia e per capire le trasformazioni sociali. Credo che il compito più importante sia saper creare uno spazio di insieme con tutte le persone che lavorano in Procura. Viviamo in un mondo che spesso esalta il singolo. Io invece penso che facendo squadra nel lungo periodo si raggiungono risultati che da soli non si possono ottenere".

"Fortunata Bologna". Ha esordito così il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia. "In un’aula dove ci sono tutte le parti, c’è anche la parte offesa, in questo caso la Procura di Palermo – scherza De Lucia –, il danno c’è, per noi, e il danno dipende dal fatto che lo conosciamo. Guido si è formato a Palermo, un luogo particolare. Alcuni sono partiti dall’alto, per altri invece, ed è il caso di Guido, il metodo è quello che viene dai grandi maestri della magistratura Falcone e Borsellino. Metodo a cui continuiamo a ispirarci, fatto di concretezza, equilibrio, che parte dal basso per poi non porsi limiti: la ricerca della prova e la capacità di portare a processo una persona solo quando la soglia del ragionevole dubbio è insuperabile. E poi c’è Paolo Guido l’uomo, che ha creato attorno a sé stima, rispetto e affetto. E poi c’è Paolo Guido il mio amico, con cui ho condiviso momenti complicati, difficili. Ma con cui abbiamo ottenuto grandi successi, che la storia ti riconosce. Grazie per il lavoro che hai fatto a Palermo. E fortunata Bologna per il procuratore che da oggi regge l’azione penale in questo distretto. Davvero siamo gelosi e invidiosi".