Il protocollo in caso di incidente "Gli esami saranno più veloci"

Precedenza a chi è stato coinvolto in uno schianto e comunicazioni più efficaci con le forze dell’ordine. Lorenzo Roti (Ausl): "Al lavoro sull’aggiornamento della procedura, di concerto con la polizia municipale"

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Precedenza in ospedale agli accertamenti sulla positività agli stupefacenti per chi è stato coinvolto in un incidente stradale e comunicazione più efficiente con la polizia in caso di test disposti per una persona non accompagnata direttamente dagli agenti. Sono i punti principali del protocollo di cui si discuterà la prossima settimana, a cura dell’Ausl – con Medicina legale, pronto soccorso e direzione – di concerto con la polizia locale.

Un protocollo che mira a coadiuvare il più possibile il lavoro delle forze dell’ordine in casi di incidenti gravi e ancor più di omicidi stradali, come quello dello scorso 22 ottobre in via Azzurra, quando perse la vita l’ottantunenne Luisa Giovannini. L’uomo che la investì, il trentanovenne Gian Luca Nilo, è risultato positivo alla cocaina, ma gli esiti sono arrivati diversi giorni dopo la prima udienza in tribunale, in cui era accusato di omicidio stradale non aggravato. Ora, questo referto cambierà la sua posizione.

La procedura di Ausl e polizia locale in caso di trattamento al pronto soccorso di un utente coinvolto in un incidente stradale è da sempre sotto attenta osservazione e i primi passi verso l’imminente protocollo si sono mossi già nel 2019. Ora (indipendentemente dai fatti di ottobre) i tempi paiono maturi per un aggiornamento.

In particolare, anticipa il direttore sanitario dell’Ausl Lorenzo Roti, "gli utenti che accedono al pronto soccorso in caso di incidente stradale e anche di omicidio stradale, che devono essere sottoposti agli esami per verificare la positività ad alcol o droga, se non sono in condizioni di gravità tale da richiedere cure immediate, ora rimangono in attesa". Con il nuovo protocollo invece, "vorremmo dare un percorso prioritario all’accesso a questo tipo di esami per chi si trovi in ospedale a seguito di un incidente". Routine che comunque è lineare qualora la persona in questione, come spesso accade, venga accompagnata al pronto soccorso direttamente dai poliziotti. Il discorso invece cambia se questa è stata inviata lì dagli agenti per un test tossicologico ma si presenta da sola, magari dopo un controllo su strada. Questo perché "la polizia richiede l’esame via pec – illustra Roti –, un sistema che potrebbe subire ritardi, poiché non sempre l’invio o la lettura della posta elettronica sono immediati. Miriamo a snellire questo iter". Per quanto riguarda le tempistiche degli esiti di tali esami, che si assestano sui 3-5 giorni allo stato attuale, c’è però poco da fare: "Non dipendono da noi, – chiude il direttore sanitario –, ma dal laboratorio di Pieve Sestina cui facciamo riferimento. I test tossicologici hanno tempi di elaborazione lunghi. Dal canto nostro, garantiamo l’invio dei campioni entro quattro ore dal prelievo".

Federica Orlandi

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