Il ricordo di Bernardini "Uomo di grande levatura"

Nel 2011 l’ex segretario leghista lanciò la candidatura a sindaco di Manes

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"Ciao Bobo!!!! Ti ringrazierò sempre per la stima e la fiducia che mi hai mostrato". Manes Bernardini saluta così, con un affettuoso post su Facebook, l’ex ministro Roberto Maroni, con cui nella Lega condivise "anni entusiasmanti" di battaglia politica. "Bernardini è uno giovane, bravo, entusiasta, competente, moderno e innovatore", disse Maroni nel 2011 lanciando la candidatura di Bernardini a sindaco, e prendendo in contropiede gli alleati.

"Hai contrassegnato la mia vita politica, l’hai condizionata", commenta Bernardini. Fino a quando alcune scelte li allontanassero: "A un certo punto non ci siamo più capiti. Ci siamo persi – scrive Bernardini –. Dal federalismo al nazionalismo per me era troppo".

Quando conobbe Maroni?

"Nel 1994, al congresso della Lega all’Europauditorium".

Lei era già nel partito?

"Avevo 22 anni, facevo il servizio d’ordine nel backstage".

Cosa ricorda, di allora?

"Mi imbattei in Umberto Bossi per caso, in via Indipendenza. Tutti si chiedevano dove fosse finito, e lui se ne stava all’hotel Tre Vecchi".

E Maroni?

"Arrivò di corsa da Arcore, dove era andato, all’insaputa di tutti, a stringere l’accordo con Silvio Berlusconi, che quell’anno scese in campo e vinse le elezioni".

Quando fu il vostro primo vero incontro?

"Gli parlai per la prima volta a Porretta, nella sede locale della Lega, poco tempo dopo il voto del 1994".

Entraste subito in sintonia?

"Nacque un rapporto di fiducia che si consolidò negli anni. Ricordo quando si dimise il sindaco Delbono, nel 2010, la telefonata con cui Bobo, allora ministro dell’Interno, chiedeva a me, capogruppo della Lega in Comune, informazioni sulla situazione in città. E mi preannunciò la nomina a commissario di Anna Maria Cancellieri".

E l’anno dopo...

"Nel 2011 di fatto lanciò la mia candidatura a sindaco. Non tutti, nel centrodestra, apprezzarono. Ma lui non mollò".

Anni prima, a Porretta, Maroni fece un breve periodo da consigliere comunale.

"Mi candidai sindaco e lui accettò di correre in lista. Poi fu richiamato a Roma per fare il ministro".

Chi era Maroni, per lei?

"Vorrei sottolineare prima di tutto la statura dell’uomo. Poi, come politico, era una persona sempre corretta, molto preparata. Con lui ho potuto fare davvero fare Politica con la p maiuscola".

l. o.

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