Il Rigoletto approda al Consorziale di Budrio

Portato dall’Orchestra. Senzaspine: anche qui. sarà data attenzione. all’accessibilità sociale

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Quando uno spettacolo ben riuscito torna in scena a distanza di tempo è sempre un’ottima notizia. Il ’Rigoletto’ verdiano prodotto dall’Orchestra Senzaspine, già presentato in aprile al Teatro Duse e ripreso in settembre a Modena per celebrare il 15° anniversario della morte di Luciano Pavarotti, torna per altre due repliche in zona: domani al Teatro Consorziale di Budrio e sabato al Teatro Stignani di Imola, entrambe alle 20.30. Con la regia di Giovanni Dispenza, che rileggeva la trama decisamente dark alla stregua di un graphic novel, si esibirà ancora una volta un cast vocale giovane ma di grande efficacia, già applauditissimo nelle recite bolognesi, con il baritono Ettore Chi Hoon Lee, il tenore Giuseppe Infantino e il soprano Sabrina Sanza nei tre ruoli principali. Sul podio Matteo Parmeggiani, cofondatore della realtà dei Senzaspine. "Siamo molto contenti – ci dice – di riprendere la collaborazione con il teatro di Budrio, dove avevamo fatto soltanto concerti sinfonici, e fieri di essere noi a riportare l’opera a Imola, dove da molti anni non si vedono spettacoli lirici. A Budrio siamo nella stagione teatrale ufficiale, in cui presenteremo in aprile anche la nuova produzione operistica dei Senzaspine: ’La Bohème’ di Puccini, dopo le prime recite programmate come sempre al Duse".

Questa ripresa di ’Rigoletto’ conserva la sua originaria dimensione di ‘accessibilità sociale’: "Si conferma la collaborazione con la Fondazione Gualandi e l’Istituto Cavazza (che si occupano di sordità e cecità), ci saranno le proiezioni delle parole cantate e i libretti di sala con i caratteri in grande formato (per gli ipovedenti) e sul piano organizzativo prosegue il sostegno della Fondazione Pavarotti, che all’epoca contribuì all’individuazione e alla preparazione musicale dei giovani cantanti. Non ultimo, il clima da ‘fumettone’ in bianco e nero ideato da Giovanni Dispenza, che rende la storia accessibile e comprensibile anche a chi non ha mai assistito a un’opera. È un vero piacere vedere che uno spettacolo come questo, sul quale abbiamo investito il massimo impegno, continui a vivere sulle nostre scene".

Marco Beghelli

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