Il ritorno in città di Herreweghe

Il cartellone ‘Grandi interpreti’ di Bologna Festival riporta questa sera in città (Auditorium Manzoni, ore 20.30) il direttore belga Philippe Herreweghe, con la sua speciale Orchestre des Champs-Elysées, un gruppo di cosiddetti ‘strumenti originali’. Sei anni fa Herreweghe ci propose una mirabile esecuzione del Vespro monteverdiano. Ma come altri specialisti della musica antica, progressivamente anche lui ha spostato in avanti il suo orizzonte artistico, superando quella soglia psicologica che è, nella prassi esecutiva, l’anno spartiacque 1800, per spingersi oltre il Classicismo di Mozart e Haydn verso i grandi romantici dell’Ottocento. Così le sinfonie di Beethoven e fin quelle di Bruckner sono diventate il suo nuovo obiettivo, con la peculiarità di affrontarle però insieme a una orchestra specializzata nell’interpretazione ‘autentica’ del Settecento. L’idea di fondo è che tutta la musica del passatonecessita oggi di letture strumentalmente consapevoli delle pratiche esecutive vigenti. Aver scelto la sinfonia beethoveniana stilisticamente più ‘avanzata’ verso il futuro, la cosiddetta Eroica, significa dunque proporre l’esempio estremo di tale concezione, la partitura in cui il distacco rispetto alle esecuzioni correnti dovrebbe risultare più evidente. Nella prima parte della serata è invece il violoncellista danese Andreas Brantelid a promettere un approccio non convenzionale al Concerto in Do maggiore di Haydn, imbracciando il suo Stradivari "Boni-Hegar" del 1707.

Marco Beghelli

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro