Il senso nascosto della nostra Resistenza

‘Forgotten Front’ di Paolo Soglia e Lorenzo K. Stanzani, successo a sorpresa dello streaming, apre stasera ‘Sotto le stelle del cinema’.

Migration

di Benedetta Cucci

The Forgotten Front è il film di Paolo Soglia e Lorenzo K. Stanzani sulla Resistenza a Bologna che la Cineteca ha scelto per dare inizio questa sera alle 21,30 alle visioni di Sotto le stelle del cinema in piazza Maggiore e alle 22 a BarcArena, ovvero l’Arena nel centro sportivo della Barca. Prima della proiezione Alessandro Bergonzoni farà un’introduzione e poi parleranno i due registi, che saranno a distanza di mezz’ora nei due luoghi prescelti. Il film, in pieno lockdown, venne scelto per celebrare 75 anni di Resistenza bolognese, con proiezioni in streaming su MyMovies, che raggiunsero l’inaspettato traguardo di 10.000 biglietti acquistati.

Soglia, il vostro film è stato un successo dell’epoca Coronavirus e lo scorso 21 aprile ha raccolto una partecipazione in streaming, che forse dal vivo non avrebbe potuto ottenere. Come avete vissuto quel momento così strano?

"Il film l’avevamo finito a metà marzo, in tempo per essere presentato in sala ad aprile. Poi, però, successe tutto quello che sappiamo e venne fuori questa proposta della Cineteca con My Movies che ovviamente accettammo. Piuttosto che niente... Ci tenevamo che uscisse il 21 aprile per stare dentro ai tempi e alla scadenza simbolica. Poi è accaduto che, nel suo piccolo, perché si tratta pur sempre di un documentario autoprodotto, ha avuto certamente un bel riconoscimento con My Movies e anche dopo, con le proiezioni online che abbiamo effettuato in giro per l’Italia. Abbiamo capito che riusciva a toccare le corde giuste e ad avere, oltre che un significato, anche un racconto cinematografico".

Rinunciare alla sala è stato inizialmente un rammarico?

"Certo, ma pensavamo anche che, prima o poi, con la riapertura, si sarebbe visto. La cosa che ci ha fatto estremamente piacere è che alla fine, Cineteca, Comune e anche il Governo che ha riaperto le sale il 15 giugno, hanno fatto sì che si riuscisse a realizzare il Cinema in piazza che era previsto come scadenza fin da prima, ma ovviamente si dubitava sarebbe stato possibile".

Se non ci fosse stato il lockdown, che ha in parte trasformato il film in un simbolo più diffuso di ‘resistenza’(all’isolamento, alla fruizione culturale dal vivo impossibile), Forgotten Front sarebbe stato scelto per aprire la rassegna cinematografica?

"Ah, questo non lo so, bisognerebbe chiederlo a Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca. Sicuramente sarebbe stato proiettato, perché gli era molto piaciuto. L’onore dell’apertura è stato dato, oltre che per il significato particolare, anche perché la preview online ha avuto molto successo. Credo che il film rimarrà comunque per altri motivi, sarà un po’ simbolico di quella stagione della Resistenza, anche perché non abbiamo fatto un film agiografico sul tema".

Che film avete fatto?

"Non un film di memoria ma storico. Il racconto della Resistenza è stato molto spesso basato sulle memorie, perché c’erano e ci sono ancora, anche se in minima parte, ormai, i testimoni e i protagonisti in vita. Nel nostro film la struttura del racconto è il documento storico ma anche l’analisi. Poi abbiamo inserito la città in un contesto storico internazionale, perché vogliamo che questo film non sia solo per i bolognesi. Anche perché la nostra città era una delle più grandi, in quel momento, sulla linea del fronte, dove combatteva tutto il mondo, come si vede dalle immagini trovate in tanti archivi internazionali. La narrazione bolognese arriva invece dall’archivio di Edo Ansaloni".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro