Il silenzio che manca per avvicinarsi a Dio

Il Festival delle Religioni, giunto alla settima edizione, propone una serie di incontri all’insegna del dialogo e del confronto fra culture

Il silenzio che manca per avvicinarsi a Dio

Il Festival delle Religioni, giunto alla settima edizione, propone una serie di incontri all’insegna del dialogo e del confronto fra culture

San Giovanni in Persiceto si prepara alla settima edizione del "Festival delle religioni: vie d’incontro". Il festival, organizzato e fortemente voluto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Lorenzo Pellegatti, si terrà dal 4 al 6 ottobre. Quest’anno la manifestazione avrà come tema conduttore ‘il silenzio’, inteso anche come occasione di ricerca personale e di ascolto e accoglienza verso l’altro.

"Nel 2017 – dice il primo cittadino – il festival nacque proprio dal presupposto che l’integrazione tra diverse culture passa necessariamente per la conoscenza reciproca delle persone; perciò il dialogo e il confronto con l’altro, tanto più se diverso per cultura, tradizioni, etnia e credo religioso, sono la chiave per arricchirci dal punto di vista intellettuale e spirituale. Quest’anno abbiamo scelto il tema del silenzio perché tutto intorno a noi è rumore e noi siamo presi da questo esterno rumoroso. Invece bisognerebbe cercare il silenzio, dove ritrovare noi stessi. Per capire chi siamo e riscoprire la nostra vera identità sepolta dal rumore". Come per le passate edizioni (nella foto), verranno proposti vari appuntamenti tra cui conferenze, spettacoli, testimonianze e dibattiti con la partecipazione di importanti ospiti, per offrire un’occasione di riflessione e approfondimento sulle religioni e le culture. Tra le presenze già confermate per la prossima edizione vi sono quella dell’attrice Lella Costa e quella dei monaci tibetani di Tashi Lhunpo che domenica 6 ottobre alle 18 porteranno sul palcoscenico del teatro Fanin "From the Roof of the World". Si tratta di un’esibizione spettacolare che prevede una danza mascherata accompagnata da canti monastici. Una sorta di "meditazione in movimento" in cui si esercita un perfetto controllo su corpo, parola e mente.

"Questa manifestazione – continua il sindaco –, giunta ormai alla sua settima edizione, è una preziosa occasione di riflessione. In questi anni il festival non è rimasto relegato nei teatri o nelle sedi istituzionali, ma è sceso nelle strade e nelle piazze per trasformare il dialogo in incontro fisico, in scambio di esperienze, saperi e tradizioni attraverso momenti di condivisione: cene multietniche, pic nic a colori, concerti, danze tipiche e momenti di gioco".

Pier Luigi Trombetta