ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Il taglio dei circoli Pd. Dismissioni entro aprile e congresso anticipato. Iene-show in Direzione

Mazzoni e gli ex segretari De Maria, Donini, Critelli e Tosiani firmano il piano Arriva il tesoriere Fina. Lepore: "Salveremo le sedi che si autofinanziano".

L’arrivo del tesoriere nazionale del Pd, Michele Fina

L’arrivo del tesoriere nazionale del Pd, Michele Fina

Bologna 21 gennaio 2025 – Tutti uniti per salvare il Pd e una quarantina di circoli. In Direzione i dem scelgono la via unitaria e nella segreteria che ha anticipato l’assise del partito guidata dalla segretaria provinciale Federica Mazzoni, è stato firmato un documento per blindare l’accordo con la Fondazione Duemila (e la controllata Immobiliare Castello). Obiettivo: rientrare dal debito monstre di 4 milioni, causato dal mancato versamento degli affitti alla cassaforte degli immobili ex Ds per tre anni. Una firma raggiunta dopo alcune limature, con un documento siglato dalla segretaria Mazzoni e i suoi vice Alberto Aitini e Matteo Meogrossi, il segretario cittadino Enrico Di Stasi e gli ex segretari Andrea De Maria, Raffaele Donini, Francesco Critelli e Luigi Tosiani. Nessun elenco dei circoli da tagliare e pochi colpi di scena. Salvo quello dello show davanti alla sede Pd di via Andreini delle ’Iene’, il programma di Italia Uno che ha voluto documentare la cura dimagrante del partitone che fu.

"Salveremo le sedi che servono, i debiti li pagheremo", taglia corto il tesoriere nazionale Michele Fina. Dopo le 21 arriva anche il sindaco Matteo Lepore che spiega: "Resisteranno le sedi che riusciranno a pagare gli affitti. Oppure le accorperemo", spiega prima di entrare in Direzione. L’ex sindaco Virginio Merola dà la colpa al fatto che non c’è più il finanziamento pubblico ai partiti, col rischio di lasciare la "politica in mano ai ricchi come Trump e Musk".

Tre le condizioni contenute nel documento dove si conferma che si procede al piano di dismissione dei circoli, ma si dà una finestra più ampia, entro il 30 aprile. Non si fa riferimento al 40% di sezioni da sacrificare, limitandosi a dire che si tratta "di un passaggio difficile". Da qui, il Pd di Bologna "è chiamato a dare vita a una nuova fase politica". Un passaggio, questo, che fa intendere sì il rilancio dem, ma anche che le manovre per il congresso verranno anticipate a primavera (anziché a ottobre) con la gestione dei conti dem al centro della battaglia nel partito. Il vicesegretario provinciale Meogrossi inizia a farsi avanti: "Il partito deve cambiare, serve una fase nuova". Una fase nuova anche a partire dalla Festa dell’Unità. C’è chi ha fatto filtrare l’ipotesi di restare al Parco Nord, ma visto che l’ultima kermesse è andata male causa maltempo, con conti in rosso di almeno 150mila euro, nel documento Pd si chiede di individuare "luoghi alternativi".

In merito al taglio degli avamposti dem, invece, il Pd bolognese s’impegnerà a "garantire la piena continuità dell’attività politica di quelle ’sezioni’ che non saranno più nella disponibilità del partito". L’intenzione, insomma, è non perdere il presidio territoriale sia in città sia in ogni comune della provincia, puntando su sedi più sostenibili. Un aspetto aggiunto nel testo in un secondo tempo, dopo un confronto tra l’area Schlein e Bonaccini.

Prossimo passaggio – come viene citato nel documento dem – l’assemblea di domani con i segretari di circolo e di quartiere’.

Ai circoli che resisteranno verrà chiesto di autofinanziarsi, rendendosi autosufficienti nel pagamento di affitti e utenze, magari "in cooperazione con più circoli e realtà associative". Non solo. Si chiede uno sprint sul tesseramento e maggiore lavoro sul 2x1000, richiamando la necessità di mantenere aperte (fisicamente) le sedi con "un’iniziativa politica costante". Il piano verrà messo a terra in queste settimane e l’intesa con Fondazione Duemila prevede di cedere alla cassaforte ex Ds il 20% dei metri quadri degli immobili oggi in uso al Pd. In tutto si parla di salvare poco più di una quarantina di circoli sugli 87 attuali, a fronte, però, di canoni di affitto aumentati del 10%.