REDAZIONE BOLOGNA

Il talento di Angela Hewitt tra Mozart e Bach

In concerto al Manzoni: nuovo appuntamento con Bologna Festival e i Cameristi della Scala.

In concerto al Manzoni: nuovo appuntamento con Bologna Festival e i Cameristi della Scala.

In concerto al Manzoni: nuovo appuntamento con Bologna Festival e i Cameristi della Scala.

Terzo appuntamento per la rassegna Grandi Interpreti di Bologna Festival che vede questa sera all’auditorium Manzoni il grande ensemble dei Cameristi della Scala e la pianista canadese Angela Hewitt che, scegliendo per l’occasione un impaginato prevalentemente mozartiano e solo toccato da Bach, aperto dal concerto per corno ed orchestra affidato ad Emanuele Urso, primo corno della Scala, presenta a Bologna un’interessante novità nel panorama complessivo dei suoi recital.

Nota per la sua predilezione per l’epoca aurea del repertorio occidentale, dal barocco al classicismo, Angela Hewitt è non solo una star internazionale del pianoforte, ma anche una grande amante del nostro paese dove ha addirittura fondato un suo festival in Umbria. Dunque perfetto l’impaginato del concerto bolognese per esaltare le peculiarità salienti del pianismo della Hewitt a cui si deve la fondazione, in particolare nella musica per tastiera di Bach, di un originale canone interpretativo, fondato sulla fluidità del fraseggio e sulla chiarezza dell’ordito polifonico. Una propensione stilistica esplicita che si manifesta anche in questo concerto, a fianco dei Cameristi della Scala e a Emanuele Urso, dal 2022 primo corno del Teatro alla Scala di Milano.

Il programma prevede il Concerto n.4 in mi bemolle maggiore KV 495 per corno e orchestra di Amadesu Mozart; il Concerto in re minore BWV 1052 per tastiera, archi e b.c di Johann Sebastian Bach; la Sinfonia n.13 in fa maggiore KV 112 e il Concerto n.21 in do maggiore KV 467 per pianoforte e orchestra, entrambi di Mozart.

Il grande ensemble dei Cameristi della Scala, assai stimato in tutt’Europa e non solo, giunge in città come seconda compagine orchestrale di spicco nel panorama del Bologna Festival, che quest’anno si prefigura davvero come un grande meeting di orchestre di fama e un’occasione unica per godere, durante tutto il percorso, di una visione assai esaustiva dello status quo del suono orchestrale del nostro continente, quasi un viaggio immobile nella cultura dei grandi collettivi musicali del Vecchio Continente.