"Il vero scandalo? Lo spionaggio della polizia belga"

"È triste vedere come non venga rispettata la presunzione d’innocenza". Parola di Eva Kaili. Pochi giorni dopo la fine della sua detenzione perché accusata di far parte di un ipotetico sistema di corruzione legato a Qatar e Marocco che faceva capo ad Antonio Panzeri, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo offre la sua versione al Corriere della sera. "Dichiarandomi colpevole o facendo nomi importanti sarei tornata subito da mia figlia, ma dato che avrei dovuto mentire non ho mai pensato potesse essere un’opzione". L’eurodeputata greca, che spera di essere in aula "già il 12 giugno", non solo denuncia i metodi della polizia ma anche l’attività di spionaggio dell’intelligence belga "nei confronti di membri eletti" dell’euroCamera. "Penso sia questo il vero scandalo". E sull’ingente somma di soldi che chiese al padre di portar via da casa sua dichiara: "Sapevo che nell’ufficio di Francesco (Giorgi, il suo compagno, ndr) c’era una valigia di Panzeri e lì ho trovato un sacco di soli. Volevo ridarlo a lui". Quindi assicura: "Non ho mai pensato di avvalermi dell’immunità".

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