Il video-vangelo dei due parroci digitali

Don Daniele e don Marco mettono in scena con brevi filmati un commento delle letture per i fedeli. E l’arcivescovo Zuppi li loda

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"Accidenti che giorni strani questi. Dovere stare chiuso in casa a fare praticamente niente se non dire una messa e fare arrivare sera", ammette senza reticenze don Daniele Nepoti, parroco alle Tombe di Zola e a Spirito Santo di Borgo Panigale, citato con nome e cognome insieme a don Marco Malavasi nell’omelia del cardinal Zuppi nel corso della messa di domenica scorsa.

I due ‘giovani’ sacerdoti (44 anni don Daniele, e 41 don Marco) sono stati infatti posti all’attenzione dei fedeli di tutta la diocesi di Bologna per una loro originale iniziativa. Dall’inizio del periodo di sospensione della partecipazione pubblica alle celebrazioni delle messe domenicali, hanno iniziato a realizzare brevi e brillanti video-commenti del vangelo della festa. Videoclip affidati poi ai vari gruppi Whatsapp delle otto parrocchie riunite nella zona pastorale Zola-Anzola. E sono stati in tanti, tra sabato e domenica, ad ascoltare tra il sorpreso e il divertito, i sette minuti di sceneggiata evangelica girata all’esterno della chiesa di Santa Maria delle Tombe, che fu danneggiata dal terremoto e riaperta nel 2015 dopo diversi anni di chiusura forzata. Don Daniele, che è anche il portavoce della zona pastorale, inizia appunto con una descrizione del tempo che viviamo, e delle difficoltà che comporta, compresa la fatica di andare d’accordo nella vita parrocchiale ordinaria. "Ci sono persone con le quali faccio fatica ad andare d’accordo...vorrei fare un gesto di perdono, ma non riesco, e quasi quasi ci metto una pietra sopra", dice al microfono parlando come fra sé e sé mentre getta realmente un paio di pietre nel campo sottostante.

E proprio da lì entra in scena don Marco, parroco a Ponte Ronca, a rischio di prendersi quelle pietre in testa, che coglie l’occasione per raccontare e commentare la storia delle sorelle Marta e Maria e della risurrezione di loro fratello Lazzaro. "Tutte le volte che mettiamo una pietra sulle cose della nostra vita Gesù ci spinge invece ad uscire dai nostri sepolcri che sono le situazioni nelle quali non c’è più speranza, in cui pensiamo che non ci sia una via di uscita. Lui non si arrende. Il vero nemico della morte è l’amore", concludono i sacerdoti, che hanno così dato spettacolo riportando in auge la forma retorica della disputa come forma di predicazione.

Gabriele Mignardi

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