Immigrazione clandestina Bologna, permessi di soggiorno falsi. Due arresti

Ai domiciliari sono finiti un avvocato del Foro di Bologna e un complice di nazionalità tunisina

Documenti falsi

Documenti falsi

Bologna, 20 gennaio 2020 - Nella mattinata di oggi la Squadra Mobile della Questura di Bologna, ha dato corso all’ordinanza di misure cautelari emessa dal Gip Roberta Dioguardi, su richiesta del pm Rossella Poggioli: arresti domiciliari nei confronti dell’avvocato L. F., 39 anni, del Foro di Bologna, e di un complice di nazionalità tunisina, Z. F., indagati per i reati di falso ideologico in atto pubblico per induzione in errore, contraffazione e utilizzo di documenti al fine di determinare il rilascio del permesso di soggiorno e favoreggiamento della permanenza in clandestinità nel territorio dello Stato.

La Polizia di Stato ha contestualmente proceduto alla perquisizione personale e domiciliare dei destinatari delle misure, dello studio professionale del legale, nonché alla perquisizione nei confronti di una terza co-indagata, praticante e collaboratrice di studio.

L’attività d’indagine ha preso avvio nel mese di giugno 2018 grazie ad alcune segnalazioni provenienti dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Bologna, che aveva registrato un deciso aumento delle domande di protezione internazionale, avanzate anche da cittadini stranieri che dimoravano in Italia da diverso tempo privi di un regolare permesso di soggiorno.

Dai primi accertamenti svolti, gli assistiti dal legale risultavano aver fittiziamente e preordinatamente trasferito il proprio domicilio nel territorio provinciale per poter presentare la propria istanza alla locale Questura. Gli stranieri richiedenti asilo, come dagli stessi dichiarato, non avevano mai effettivamente domiciliato presso le abitazioni dei soggetti che avevano sottoscritto, dietro compenso, le dichiarazioni di ospitalità in loro favore, ed entrambe le parti, consapevoli di tale circostanza, producevano documentazione falsa al fine di ottenere il permesso di soggiorno.

In questo scenario è emerso il ruolo di collettore svolto dal legale del Foro di Bologna, il quale risultava aver avanzato, nel solo anno 2018, oltre 800 istanze di fissazione di appuntamento per altrettanti cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, molti dei quali risultavano provenire da varie parti d’Italia.

All’interno delle diverse comunità di stranieri dimoranti sul territorio nazionale, infatti, si era diffusa la notizia, che bastava rivolgersi all’avvocato di Bologna per ottenere agevolmente un permesso di soggiorno.

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