Imu prima casa, a Bologna il 20% delle cartelle arretrate è stato annullato

Sugli oltre 800 accertamenti notificati, il Comune ne ha cassati 118 Sassone (FdI): "Chi rifonderà i cittadini da costi e perdite di tempo?"

Imu prima casa, il Comune chiede arretrati ai coniugi che vivono in case separate

Imu prima casa, il Comune chiede arretrati ai coniugi che vivono in case separate

Bologna, 9 marzo 2022 - Le cartelle esattoriali per il recupero dell’Imu prima casa tornano a far discutere. Per i coniugi che risiedono in città e case diverse, ne sono state notificate 810 per gli arretrati degli anni 2015 e 2016. Ma di queste, ben 118 sono state annullate in autotutela. Tradotto: quasi il 20 per cento dei contribuenti è stato ’graziato’, ma ha comunque speso tempo e denaro per produrre documentazioni difensive.

Il ‘caso Imu’ nasce dall’interpretazione della Cassazione del 2020 che, di fatto, ha ’bocciato’ quella del ministero delle Finanze del maggio 2012 per cui l’esenzione dell’imposta prima casa era possibile per entrambi gli immobili dei coniugi, considerati abitazioni principali. Obiettivo degli ermellini: colpire i cosiddetti ’furbetti’ che mascheravano come prima casa l’immobile al mare o in montagna. Nel frattempo il Comune ha deciso di rivalersi fino a 5 anni prima ("per evitare il danno erariale") riscuotendo gli arretrati dell’Imu mancata, in media 1.500 euro a famiglia.

Per capire a chi inviare le cartelle, Palazzo d’Accursio ha fatto uno screening sui nuclei famigliari con prima casa Imu, mettendo sotto la lente le dichiarazioni dei redditi dei 2.275 cittadini in cui il coniuge non residente ha dichiarato un immobile fuori Bologna. Sulla base di questa lista, gli avvisi notificati relativi agli arretrati sono stati 210 per il 2015; 600 per il 2016. I dati, resi noti dal Comune, in risposta a un’interrogazione di Fratelli d’Italia, dimostrano però che su 239 scritti difensivi inviati a Palazzo d’Accursio, 82 cittadini hanno deciso di fare ricorso mentre 118 hanno ottenuto l’annullamento della cartella.

Nel dettaglio, 24 sono state cancellate sulle 210 relative al 2015 e 94 sulle 600 del 2016. Diverse le motivazioni, come spiega l’area risorse finanziarie di Palazzo d’Accursio: "Il 91%, cioè 108 casi, perché non coniugato nell’anno accertato o separato prima o sposato dopo". Risultato finale: solo 218 accertamenti sono stati pagati, per un totale di 403.518 euro.

Il capogruppo FdI, Francesco Sassone, punta il dito: "L’atteggiamento oppressivo del Comune verso i contribuenti è confermato dalla volontà di tirare dritto sugli accertamenti Imu senza nemmeno pensare, come in altri comuni, di prevederne una loro sospensione, quantomeno sino a tutto il 2022, in attesa della prossima pronuncia della Corte Costituzionale. Tutto ciò si traduce in un aggravio di lavoro per gli uffici comunali che devono vagliare scritti difensivi o costituirsi nei ricorsi già presentati e, cosa più grave, in un onere eccessivo che subiscono i cittadini che, per difendersi da cartelle spesso non dovute, come dimostra l’elevato numero di annullamenti in autotutela, devono sobbarcarsi costi e perdite di tempo che nessuno gli rifonderà".

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