
Il dato è emerso durante il convegno di Confindustria: "Eventi estremi, dighe e invasi per contenere gli effetti". I geologi: "La subsidenza è legata all’urbanizzazione". .
Bologna, 15 aprile 2025 – Non solo impianti di desalinizzazione, ma anche la realizzazione di nuove dighe e invasi in Emilia-Romagna. A partire da Castrola, nel territorio di Castel di Casio, e Vetto, nel Reggiano. Sono soltanto alcune delle proposte che Confindustria consegna alla Regione, in occasione di un convegno ad hoc per ragionare sul tema delle infrastrutture idriche e delle competenze amministrative e gestionali dei corsi d’acqua in regione. Per l’occasione, infatti, l’associazione degli industriali ha affiancato alle sue proposte la presentazione di diversi studi sulla gestione idrica in Emilia-Romagna, per accendere così i riflettori su fenomeni e criticità su cui mantenere alta l’attenzione. Un esempio tra tutti è l’aumento della subsidenza, che rischia di avere effetti "molto dannosi" se non si interviene preventivamente con azioni di controllo e gestione: in alcune zone di Bologna, infatti, il suolo si è abbassato di 3,5 metri negli ultimi 120 anni. Al convegno erano presenti il governatore Michele de Pascale e l’assessora regionale all’Ambiente Irene Priolo.
"Lo sfruttamento di acque non ricaricate equivale a una sottrazione di risorse fossili, non rinnovabili e in grado di indurre fenomeni di subsidenza – si rileva dallo studio presentato dal geologo Giovanni Martinelli – e i fenomeni di subsidenza, a loro volta, inducono fenomeni di assenza di drenaggio e possibili alluvionamenti".
Numerosi poi gli ospiti durante la tavola rotonda, moderata dal vice direttore del Carlino Valerio Baroncini, tra i quali anche Nicola Pizzoli, presidente e amministratore delegato di Pizzoli Spa, che ha sottolineato l’importanza di una strategia per guardare alle prossime sfide sulla gestione delle acque.
Così come ricordato anche dal vice direttore di Confindustria Emilia-Romagna, Gianluca Rusconi: "Il tema della governance delle risorse idriche non riguarda più soltanto la sostenibilità ambientale, ma rappresenta oggi un vero e proprio fattore strategico di competitività per le aziende – sottolinea –. Il nostro spirito collaborativo è quello di stimolare l’ente Regione affinché avvii quanto prima un lavoro di approfondimento congiunto, in cui trasferire le nostre proposte". Tra le quali, aggiunge Rusconi, "razionalizzare l’attuale modello di gestione delle acque, che è a catena lunga ed è così solo in questa regione, per capire chi fa cosa su tutti i corpi idrici".
Ma non solo. Come ha ricordato la presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi, "una corretta gestione delle acque è un fondamentale fattore di sviluppo del territorio e di competitività per le imprese. Per cinquant’anni l’acqua, nella nostra regione, è stata sostanzialmente data per scontata, rinviando sine die i necessari investimenti. Oggi non possiamo più permettercelo, ed è anche per questo che vogliamo offrire un contributo di idee e proposte, con impegno, rigore e serietà".